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Domenica delle Palme: cosa si celebra e perché si benedice l’ulivo

Cronaca
©LaPresse

In questo giorno, secondo la fede cristiana, si ricorda l'ingresso di Gesù a Gerusalemme accolto trionfalmente da una folla che lo acclama agitando fronde e rami: inizia così la Settimana Santa che conduce alla Pasqua di risurrezione

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La Domenica delle Palme, secondo il calendario liturgico cattolico, è la domenica che precede la Pasqua. Si tratta di una ricorrenza molto importante con cui si ricorda l’entrata trionfale di Gesù nella città di Gerusalemme: inizia così la Settimana Santa, durante la quale si rievocano gli ultimi giorni di vita terrena del Cristo. Nel rito cattolico, la Domenica delle Palme si svolge iniziando la celebrazione da un luogo esterno alla chiesa dove si radunano i fedeli: qui il sacerdote benedice i rami di ulivo o di palma. Si tratta di un rituale che trova il suo significato proprio nel ricordo dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme cinque giorni prima della sua morte.

L’origine della Domenica delle Palme

La Domenica delle Palme deve il suo nome proprio al racconto dell’ingresso di Cristo a Gerusalemme che è presente in tutti e quattro i Vangeli. In realtà, quelli di Matteo e Marco raccontano che la gente sventolava rami di alberi, o fronde prese dai campi, Luca non ne fa menzione mentre solo Giovanni parla di palme. In particolare, l’episodio rimanda alla celebrazione della festività ebraica di Sukkot, la cosiddetta “festa delle Capanne”, in occasione della quale i fedeli arrivavano in massa in pellegrinaggio a Gerusalemme e salivano al tempio in processione. La tradizione vuole che ogni fedele sventolasse il Lulav, ovvero un piccolo mazzetto composto dai rami di tre alberi: la palma, simbolo della fede, il mirto, simbolo della preghiera che va verso il cielo, e il salice, la cui forma delle foglie rimandava alla bocca chiusa dei fedeli, in silenzio di fronte a Dio. Secondo i Vangeli, dunque, Gesù fece il suo ingresso a Gerusalemme acclamato come un re ma lo fa sopra un’asina per simboleggiare umiltà e mitezza. In base alle scritture, la folla stese a terra i mantelli, mentre altri tagliavano rami dagli alberi di ulivo e di palma, abbondanti nella regione, e agitandoli festosamente rendevano onore al figlio di Dio esclamando “Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nell’ alto dei cieli!”. Ed è proprio questo il canto che tutt’oggi accompagna la celebrazione della Domenica delle Palme.

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La liturgia nella Domenica della Palme

La Domenica delle Palme è più propriamente chiamata la Domenica della Passione del Signore perché, appunto, in questo giorno inizia la solenne e annuale celebrazione della Settimana Santa. La liturgia prevede infatti che - dopo la benedizione iniziale dei rami di ulivo o di palma, generalmente distribuiti dopo la lettura di un brano evangelico - la messa prosegua con la lunga lettura della Passione di Gesù, tratta dai Vangeli di Marco, Luca, Matteo, secondo il ciclico calendario liturgico. Il testo della Passione, letto da tre cronisti che si alternano, non è lo stesso previsto durante la celebrazione del Venerdì Santo, che è il testo del Vangelo di san Giovanni. Al termine della messa, l’usanza vuole che i fedeli portino a casa i rametti di ulivo benedetti. Essendo legata alla Pasqua, la Domenica delle Palme (celebrata dai cattolici, dagli ortodossi e dai protestanti) non ha una data fissa ma cade sempre durante la Quaresima, che termina il Giovedì Santo. 

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