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La pandemia un anno dopo: calano casi, ricoveri e decessi. GRAFICI

Cronaca

Raffaele Mastrolonardo

Un confronto tra l’andamento nel 2020 e nel 2021 mostra miglioramenti in tutti gli indicatori. Il ruolo dei vaccini

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Casi, ricoveri, pazienti in terapia intensiva e anche i decessi. Il confronto tra l’autunno 2020 e 2021 non lascia spazio a dubbi: tutti i valori della pandemia sono più bassi oggi rispetto ad allora. Per capirlo è sufficiente dare un’occhiata al grafico riportato qui sotto che mette a confronto la traiettoria dei principali indicatori dell’epidemia a partire da maggio di quest’anno e dell’anno scorso. Quello che si nota è che mentre 12 mesi addietro in Italia stava montando la seconda ondata che avrebbe portato ad un numero più alto di ricoveri rispetto alla prima, ora la tendenza è decisamente più piatta. 

 

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Giusto per dare un’idea, il 22 ottobre 2020 nel nostro Paese si contavano 9.694 persone ricoverate per complicanze legate al Covid-19 che sarebbero salite fino a 34mila a fine novembre. Oggi negli ospedali italiani i pazienti in ospedale a causa del nuovo coronavirus sono poco più di 2.400, quasi 4 volte di meno. 

 

Simile differenza anche per i malati più gravi. Il 22 ottobre dello scorso anno c’erano quasi mille persone in terapia intensiva, 992 per l’esattezza; 12 mesi dopo sono 343. Quanto ai decessi, in questo momento la media dell’ultima settimana dice che si registrano circa 37 deceduti ogni giorno. In media lo scorso anno erano 85 e avrebbero superato, sempre in media, quota 739 a inizio dicembre. 

 

Il ruolo del vaccini

Insomma, la differenza è lampante e potrebbe aumentare ancora di più nelle prossime settimane. Ovviamente, non c’è garanzia che l’andamento continui ad essere così rassicurante ma ci sono fondate ragioni per sperarlo. La principale di queste si chiama vaccino. Oltre il 74 per cento degli italiani ha completato il ciclo vaccinale contribuendo così a erigere una barriera che permette di rallentare la diffusione del virus e soprattutto le sue conseguenze più serie. 

 

Non a caso la quarta ondata della pandemia, pur scatenata dalla più contagiosa variante Delta, ha visto un numero di casi più contenuto ma, soprattutto ha fatto registrare meno ricoveri e meno decessi in relazione ai contagiati. 

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L’efficacia dei vaccini nel limitare le conseguenze più serie del Covid-19 è dunque un fatto. Ed è confermata anche dai dati pubblicati settimanalmente dall'Istituto superiore di sanità che permettono di calcolare l’incidenza di contagi, ricoveri e decessi nella popolazione vaccinata e in quella non vaccinata.

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Il risultato di questo paragone tra gruppi omogenei è chiaro. Nella fascia oltre gli 80 anni, si passa da un’incidenza di 245 ricoveri per Covid ogni 100mila abitanti tra non vaccinati a 28 ogni 100mila abitanti tra coloro che hanno completato il ciclo vaccinale. Per il segmento 60-79 l’incidenza scende da 107 ricoveri ogni 100mila abitanti a 7 per 100mila.  

Lo scarto è notevole e ci conferma, qualora ce ne fosse bisogno, che se possiamo guardare con un po’ di sollievo alla situazione di 12 mesi addietro e aspettare con un pizzico di ottimismo il prossimo inverno lo dobbiamo in gran parte alla diffusione delle vaccinazioni anti Covid.