Coronavirus, gli oggetti simbolo del lockdown nelle foto di Stefano Marzoli
Il 'Catalogo del Lockdown' raccoglie gli oggetti dimenticati o gettati a terra durante l'isolamento, simboli del cambiamento di abitudini e delle paure del periodo. Fotografati su sfondo bianco con luci patinate, sono accostati ai ritratti - di spalle - delle categorie più in difficoltà durante l'emergenza: precari, senzatetto, genitori in difficoltà. L'intervista all'autore, per la rubrica Lo Spunto fotografico.
Di Chiara Piotto
"Dopo le prime settimane di lockdown ho notato che le strade si riempivano qua e là di rifiuti abbandonati a terra, diversi rispetto ai soliti. E che, nel frattempo, assumevano nuovi significati. Così ho iniziato a raccoglierli e a fotografarli. Erano simbolici del cambiamento delle nostre abitudini quotidiane, delle nostre paure", ci racconta Stefano Marzoli per la rubrica Lo spunto fotografico
Il sito di Stefano Marzoli
Il suo "catalogo del Lockdown" raccoglie oggetti comuni gettati o dimenticati a terra: "Si poteva uscire di casa solo per fare la spesa, o per andare al tabacchino a breve distanza, o per portare fuori il cane. Così per terra restavano liste, mascherine, scontrini del food delivery, evocativi della fretta di chi usciva o del tempo passato in fila ai supermercati...", spiega
Il progetto era cominciato con una serie di ritratti di spalle, in una mensa per persone con difficoltà economiche a Bologna. Poi l’accostamento con gli oggetti. “Nei ritratti vediamo la parte più fragile di noi – precari, lavoratori in nero – e gli oggetti lasciati per terra sono simboli delle paure di quel periodo. Allora il gratta e vinci accompagna il pensionato che spera in una vincita”
Lo stile è lo stesso, uno sfondo bianco, luci patinate. "Per i ritratti ho allestito una sorta di set fotografico, tipico degli shooting di moda, per astrarre gli ospiti della mensa da quella stanza, trasformarli in simboli di senzatetto, precari, genitori in difficoltà... Successivamente ho applicato lo stesso espediente agli oggetti", spiega il fotografo
"Per fotografare gli oggetti in sicurezza ho creato un 'set da reparto Covid' nella mia cantina: mascherine, guanti usa e getta, gel disinfettante per le mani e per l'attrezzatura, buste sigillate e ingresso vietato alla mia compagna", continua Marzoli
"Il rider che ha portato il cibo di quello scontrino nella casa del vicino in smart working aveva più paura di essere contagiato o di perdere il lavoro restando a casa? Sono queste la domande che mi sorgevano spontanee raccogliendo questi oggetti da terra"
Stefano Marzoli, classe 1979, vive a Bologna e lavora sia per la fotografia di moda e-commerce che come fotogiornalista freelance. Ha collaborato con le agenzie LUZ, Emblema, Nazca Pictures e Parallelo Zero e realizzato reportage in diversi Paesi del mondo. Al centro dei suoi lavori, spesso, i temi dell’immigrazione, la tutela dei diritti umani e le conseguenze sociali dei conflitti armati
Il sito di Stefano Marzoli
"Ho scelto di ritrarre le persone di spalle, con le buste da asporto della mensa, costringendo l'osservatore a chiedersi qualcosa in più su quelle persone. Dietro ognuna di loro possiamo vedere noi stessi", ci spiega ancora il fotografo, che in questa 'fase 2' sta pensando a un nuovo progetto per dare voce a chi in questi mesi ha perso i propri cari: "Sono convinto che questo elemento sia mancato"
L'emergenza coronavirus ha costretto anche i fotografi a interrogarsi sul futuro della loro professione: chi aveva un'assegnazione specifica per un giornale poteva muoversi liberamente durante il lockdown, altri - freelance - hanno dovuto reinventarsi immaginando "diari della pandemia". Nel periodo sono nati anche molti progetti collettivi, legati a una dimensione social, come Arcipelago-19
Le foto di Gabriele Galimberti raccontano Milano in lockdown
"Non immagino il fotografo del futuro in smart working, ovviamente. Bisognerà rivolgere l'attenzione al proprio territorio, questo sì. Essere capaci di analizzare liberamente la società dall'interno senza stereotipi né preconcetti", dice Marzoli
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