Acqua alta a Venezia, cos'è il Mose e perché non funziona

Cronaca

Pensato negli anni '80, il sistema di paratie per proteggere Venezia dall’acqua alta è stato iniziato nel 2003 e avrebbe dovuto essere pronto tre anni fa. La mareggiata del 12 novembre ha riacceso le polemiche sui ritardi, legati alle maxi inchieste per corruzione

Una complessa opera ingegneristica studiata per separare la laguna di Venezia dal Mare Adriatico e scongiurare gli allagamenti durante l’alta marea. Nonostante i lavori per la realizzazione siano cominciati nel 2003, sotto la presidenza del Consiglio Berlusconi, il Mose (MOdulo Sperimentale Elettromeccanico) non è stato ancora ultimato. Nel Bilancio 2018 del Consorzio Venezia Nuova, il concessionario per la costruzione, la consegna definitiva è stata fissata al 31 dicembre 2021. Ma con i danni causati dal livello record raggiunto dall'acqua alta il 12 novembre si sono riaccese le polemiche sui ritardi e sui costi - definiti sui social "inutili" - dell'opera.

I ritardi nella costruzione

Con-causa dei ritardi, il commissariamento del Consorzio nel 2014, a causa del coinvolgimento di vari suoi membri nelle indagini della magistratura per aver ricevuto fondi illeciti (L'INCHIESTA). Da allora si sono succeduti diversi commissari. Durante un'audizione alla Camera il 26 luglio 2018 l'ingegner Francesco Ossola, amministratore straordinario del Cnv, aveva parlato di “opere completate al 93%”. Nel Bilancio 2018 del Consorzio si legge che il completamento degli impianti definitivi del sistema è previsto per il 30 giugno 2020, con l'avvio dell'ultima fase di gestione sperimentale, per arrivare alla consegna definitiva alla fine dell’anno successivo.

Il sistema di funzionamento

L'opera - costata ad oggi più di 5 miliardi - è stata pensata negli anni '80 per difendere Venezia e la sua laguna dall'acqua alta superiore ai 110 centimetri. Una volta completata dovrebbe essere composta da 78 paratie mobili installate nelle tre bocche di porto lagunari: Lido, Malamocco e Chioggia. Al sistema idraulico di paratie, che stanno appoggiate sul fondo delle bocche di porto e si alzano con l'alta marea riempendosi di aria compressa, si affianca la sede operativa all'Arsenale, che già dal 2012 è in grado di fornire previsioni sul meteo e sulle maree con tre giorni di anticipo.

Le polemiche

Nonostante la struttura sia “giovane”, negli anni sono stati sollevati diversi problemi nell’impiego del Mose, come in occasione della mareggiata del 12 novembre, quando l'acqua ha raggiunto il livello record di 187 centrimetri. Sui social tanti veneziani hanno criticato le spese pubbliche (oltre 5 miliardi) sostenute per un'opera ancora incompleta e inefficace. Ma le critiche negli anni hanno riguardato anche la struttura, ad esempio la risagomatura artificiale delle bocche di porto, considerata poco rispettosa degli ecosistemi marini.   

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