L'interrogatorio di garanzia dell'architetto palestinese, arrestato sabato perché accusato di essere un membro e un finanziatore del gruppo terroristico, si è svolto nel carcere di Marassi a Genova
Si è avvalso della facoltà di non rispondere Mohammad Hannoun, l'architetto palestinese arrestato sabato perché accusato di essere un membro e un finanziatore di Hamas. L'interrogatorio di garanzia, iniziato alle 9, si è svolto nel carcere di Marassi davanti alla gip Silvia Carpanini. "Gli abbiamo consigliato noi di avvalersi - spiegano i legali Emanuele Tambuscio e Fabio Sommovigo - perché non ha avuto modo ancora di leggere gli atti". Hannoun ha però rilasciato una dichiarazione spontanea.
La difesa di Hannoun
"Ha rilasciato dichiarazioni spontanee anche perché non ha neanche iniziato a leggere gli atti, che sono tantissimi, quindi il nostro consiglio è stato quello di rilasciare dichiarazioni spontanee. Molto brevemente ha rivendicato la sua attività di raccolta fondi per attività determinate e precise di beneficenza a favore del popolo palestinese in tutte le sedi di Gaza, Cisgiordania e i campi profughi. Ha negato di aver mai finanziato direttamente o indirettamente Hamas e ha anche precisato che la sua attività è iniziata nei primi anni '90". Così Emanuele Tambuscio, avvocato di Mohammad Hannoun, il portavoce dei palestinesi in Italia che dal 27 dicembre si trova nel carcere di Genova Marassi con l'accusa di avere finanziato Hamas. Hannoun è assistito da Tambuscio e dal collega Fabio Sommovigo che all'uscita dal carcere, dove il leader dei palestinesi ha rilasciato dichiarazioni spontanee davanti alla gip Silvia Carpanini, ha aggiunto: "Ha spiegato con un po' di dettagli per quanto possibile come hanno funzionato la raccolta fondi e la distribuzione prima e dopo il 2023, con i grandi cambiamenti che ovviamente tutto questo ha avuto nel 2023, e ha sempre chiarito che mai ha voluto o consentito che aiuti da lui raccolti e arrivati a Gaza fossero etichettati, distribuiti, utilizzati da Hamas per i fini propri di Hamas".
Resta in carcere
Hannoun rimane in carcere, nei prossimi giorni i legali faranno richiesta di attenuazione della misura e valutano il ricorso al tribunale del riesame: "Ci penseremo nel termine, se decideremo di farlo lo depositeremo". "Da anni - continuano i legali - ha i conti bloccati, ha specificato che l'unico modo per portare aiuti e far raccolta fondi, sulla base di numerosissime richieste di persone che volevano donare, era fare raccolta in contanti che tutte le volte sono stati dichiarati in uscita". Gli avvocati precisano che durante le dichiarazioni spontanee non si è parlato delle accuse che, secondo la difesa, sono basate su atti presentati da Israele, "Ovviamente non ne abbiamo parlato", ha detto Sommovigo. Ieri, davanti al carcere si è tenuto un presidio di solidarietà nei confronti di Hannoun e delle altre persone arrestate, "lo ha visto in televisione, è una persona molto posata e consapevole, penso fosse confortato", ha concluso Tambuscio.