Perché parlare con gli studenti di violenza di genere è fondamentale

Nella lotta contro la violenza sulle donne, con un dibattito politico basato spesso sulla polemica e poco sui contenuti e in cui le ricette proposte spesso hanno poco a che fare con la prevenzione e l'educazione; in una società - quella degli adulti - in cui si fa fatica a riconoscere le proprie responsabilità nel perpetrare una cultura maschilista e patriarcale, dialogare, parlarsi di più e raccontarsi resta un passaggio fondamentale. La certezza è arrivata nell’incontro al Liceo Carducci di Milano, dove con Sky tg24 siamo andati a parlare di violenza di genere direttamente con gli studenti, trasformando una palestra in un set televisivo per un giorno. Un incontro con Lucia Annibali e Giacomo Papi con un titolo chiaro: “Parlami. Dialoghi contro la violenza sulle donne”. Il nostro intento è quello di parlare a e con i giovani, coinvolgendo in maniera diretta gli uomini, perché solo con loro le donne possono vincere questa battaglia. Ero stata in quella scuola il giorno prima, avevo incontrato una delle classi coinvolte nell’iniziativa grazie alla disponibilità di un’insegnante. Entrata in classe, le facce mi sono parse interrogative e gli sguardi smarriti, e ho avuto il timore che l’entusiasmo dei ragazzi fosse solo dovuto all’ interruzione della lezione di greco. “Vi piace l’idea di partecipare al nostro progetto?” – chiedo loro. Risposta: silenzio. “Avete dubbi? C’è qualcosa che volete chiedermi?” Risposta: silenzio. “Professoressa grazie, allora io vado”. Qualcuno accenna a un saluto, vedo qualche timido sorriso. “Ci vediamo domani”, dico uscendo un po’ con la coda tra le gambe. L’indomani arriva presto, tra allestimento del set e stesura di un’ipotetica scaletta che verrà del tutto stravolta. L’idea della nostra redazione è quella di preparare uno speciale in occasione della giornata contro la violenza sulle donne, facendo dialogare gli studenti con Lucia Annibali e Giacomo Papi. A me il compito di “facilitare” questo dialogo, agevolare gli interventi dei ragazzi, aiutarli a sciogliersi davanti alle telecamere e raccordare i vari interventi. Tutto avviene nella palestra della scuola: il pavimento di linoelum verde, i canestri, i palloni, la spalliera, i materassi blu, gli spogliatoi…mi sembra di essere tornata indietro di qualche decennio. Quando arrivo, la squadra dei tecnici ha già allestito tutto. Sul fondo, davanti a una parete da arrampicata ci sono tre sedie. Gli studenti si siederanno per terra. Poco dopo arrivano Lucia e Giacomo; ci siamo sentiti spesso nelle ultime ore per prepararci a questo incontro, conoscerci meglio e capire come interagire con i ragazzi. Ci salutiamo con affetto facendoci un reciproco in bocca al lupo. I ragazzi saranno in tanti a partecipare? Avranno voglia di parlare con noi? Arriveranno delle domande da loro? A pochi minuti dall’inizio, sono più i dubbi delle certezze. Ed eccoli, i protagonisti: studentesse e studenti del quarto e quinto anno. Quando entrano sembrano incuriositi nel vedere la loro palestra piena di telecamere, microfoni, tecnici televisivi e una vera e propria regia allestita negli spogliatoi. Incassati nelle loro felpone e con gli zaini sulle spalle, si guardano intorno, parlano tra loro e iniziano a prendere posto. Cerco di rassicurarli temendo che si sentano inibiti dagli occhi e dalle luci puntati su di loro. “Non siamo in diretta, registriamo!” – preciso loro più volte, temendo si riproponesse la scena vissuta in classe il giorno prima. A scaldare il clima ci pensa il nostro regista, Roberto, che chiede un volontario per battere il ciak. Arriva Letizia, maglioncino viola e occhi vivaci. Ciak, applauso, si parte! Lucia Annibali racconta per prima la sua storia, consegnandocela con parole ferme ma delicate. E’ una storia che gli studenti in parte conoscono – sia il Preside sia gli insegnanti li hanno preparati a quest’incontro. Ma sentirla dalla sua voce, fa un altro effetto. Il silenzio è quasi irreale, loro sono attoniti, concentrati ad ascoltare il racconto di quella sera che ha cambiato la sua vita per sempre. Anche il racconto di Giacomo li tocca nel profondo. E anche in questo caso ascoltano attenti, vedo che annuiscono, partecipano, capiscono cosa intende quando parla dell’incapacità dei maschi di “parlarsi”. Tutto avviene in maniera straordinariamente naturale. Nessuna incertezza, nessun timore o timidezza: le mani alzate sono tantissime sin da subito, le ragazze sciolgono il ghiaccio, i ragazzi seguono a ruota. Per due ore il flusso è inarrestabile, tra domande, riflessioni profonde, confessioni e testimonianze, lacrime e qualche risata che sdrammatizza e scioglie la tensione di alcuni momenti. Quello che vedete qui è “Parlami. Dialoghi contro la violenza”, frutto di un’inevitabile selezione fatta per condividere con il pubblico di Sky TG24 quello che abbiamo vissuto e quello che abbiamo imparato - anche - sull’importanza del raccontarsi.

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Stefania Pinna