Totò Cuffaro, inchiesta appalti in Sicilia: oggi l'interrogatorio a Palermo

Cronaca

Dopo l'interrogatorio dell'ex ministro e parlamentare di Noi Moderati, Saverio Romano, indagato dalla procura di Palermo insieme ad altre 17 persone, oggi tocca all'ex presidente della regione Sicilia Salvatore Cuffaro. Chiesti gli arresti domiciliari. I reati contestati a vario titolo sono associazione a delinquere, turbativa d'asta e corruzione

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L'ex Presidente della Regione siciliana Salvatore Cuffaro è al Tribunale di Palermo per essere interrogato nell'ambito dell'inchiesta che lo vede indagato per corruzione, associazione per delinquere e turbativa d'asta. Appena arrivato avrebbe detto ai giornalisti:  “Ho fiducia nella giustizia”. La procura ha chiesto per Cuffaro gli arresti domiciliari. Sarà il gip a decidere dopo l'interrogatorio preventivo. Cuffaro è accompagnato dai suoi legali, gli avvocati Giovanni Di Benedetto e Marcello Montalbano.

Oggi Cuffaro risponderà alle domande della gip di Palermo

Cuffaro ha detto ai militari che il direttore generale dell’Asp, Alessandro Caltagirone, sarebbe “uomo di Forza Italia” e che la accelerazione nella gara sarebbe stata frutto “dell’intervento di Romano Francesco Saverio”, come si legge nelle carte. Cuffaro si sarebbe limitato ad aiutare Mauro Marchese, rappresentante legale della Dussmann che vinse l’appalto, ma perché “in passato aveva avuto delle divergenze con l’ex direttore generale dell’Asp, Ficarra; Marchese lamentava il fatto che Ficarra non li facesse lavorare”, come scrivono i carabinieri. 

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Romano al Gip: "Nessun patto per segnalazioni"

Sono 18 gli indagati, tra cui il leader di Noi Moderati Saverio Romano, che è stato interrogato ieri sera dalla Gip, respingendo tutte le accuse nei suoi confronti. I reati contestati a vario titolo sono associazione a delinquere, turbativa d'asta e corruzione. In merito alla presunta segnalazione di una persona per un subappalto all'Asp Siracusa, il politico ha detto che "le contestazioni sono quelle nei capi di imputazione ma non è accaduto, non c'è stata nessuna possibilità che potesse accadere perchè - ha spiegato – all’origine non c'era nessun patto tra me e questi signori, ovviamente. E quindi non ci poteva essere, posto che non c'era il patto, nemmeno una ricaduta sul patto". Secondo Romano "il fatto al quale io devo necessariamente attenermi è che non c'è una sola intercettazione che mi possa riguardare. E anche nelle chat c'è mai un riferimento a patti criminosi". 

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L’indagine

L'indagine, che coinvolge anche l'ex governatore siciliano Totò Cuffaro, riguarda un comitato d'affari illegale che gestiva appalti e concorsi pubblici nella sanità. Sia per Romano che per Cuffaro la procura ha chiesto l'arresto. Secondo l'accusa avrebbero pilotato un appalto bandito dalla Asp di Siracusa al cui vertice era stato piazzato, proprio su pressione di Romano, il manager Alessandro Maria Caltagirone.   "Non voglio fare polemica con i giornali - ha aggiunto - ma noto che c'è qualcosa che non funziona in quel che è avvenuto. Ho subito una sentenza di condanna irrevocabile, non avendo ancora capito cosa mi si contesta" ha detto.

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