Il capologo abruzzese, simbolo del terremoto del 2009, sembra essere diventato il punto di ritrovo per tanti migranti che col passaparola digitale ora sanno come arrivare all'Aquila per chiedere rifugio. Il sindaco preoccupato parla di "migranti depositati sotto la Prefettura dai soliti sciacalli che mercanteggiano esseri umani come fossero oggetti"
Giovani in fuga da Pakistan e Afghanistan stanno accorrendo nel capoluogo abruzzese. Strutture d’accoglienza sold out. Il sindaco Pierluigi Biondi parla di persone "depositate dai soliti sciacalli" e di "squallidi personaggi che lucrano sulla disperazione". Sulla piattaforma social video con indicazioni su come arrivare.
Strutture d'accoglienza sold out
"Ci hanno consigliato di venire a L'Aquila" dice un migrante dopo aver visto un video diffuso su TikTok in lingua pashtu, in cui un influencer, nel parlare di documenti e patente in Italia, indica il capoluogo d'Abruzzo come possibile meta per richiedere asilo. Giovani in fuga da Pakistan e Afghanistan stanno accorrendo nella città epicentro del terremoto nel 2009. Nei commenti utenti chiedono come sia possibile arrivare. Quello che fino a poche settimane fa era un episodio isolato ora sembra un flusso alimentato dal passaparola digitale.
Il sindaco: "Non ci facciamo carico dei flussi di tutta Italia"
Il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi parla di "migranti depositati sotto la Prefettura dai soliti sciacalli che mercanteggiano esseri umani come fossero oggetti". Nel pomeriggio di ieri si è tenuto un vertice convocato dal prefetto Giancarlo Di Vincenzo con Comune e forze dell'ordine. Alla riunione hanno partecipato anche l'assessore alla Protezione civile e Sicurezza urbana, Fabrizio Taranta, e l'assessore alla Polizia locale, Laura Cucchiarella. È stato disposto un rafforzamento dei controlli nei punti sensibili.
Le reazioni politiche cittadine
Dopo le dichiarazioni del sindaco Pierluigi Biondi, che ha parlato di persone" depositate dai soliti sciacalli" e di "squallidi personaggi che lucrano sulla disperazione", sono diverse le reazioni tra le forze politiche cittadine. Il gruppo consiliare sostiene che, se esistono elementi su presunti traffici, il Comune debba denunciarli formalmente. "Se ci sono sciacalli, vadano indicati con nomi e cognomi. Altrimenti si alimenta paura senza informare la città". Sulla stessa linea il Pd e l'ex rettore Ferdinando Di Orio.