Caso Amara, in appello bis confermato un anno e tre mesi all'ex pm Davigo

Cronaca
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L’ex magistrato è imputato per rivelazione del segreto d'ufficio in relazione alla vicenda dei verbali resi dall'avvocato Piero Amara sulla presunta Loggia Ungheria. I legali di Davigo potranno presentare di nuovo ricorso in Cassazione 

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Confermata la condanna a un anno e tre mesi per l'ex magistrato Piercamillo Davigo, accusato di rivelazione del segreto d’ufficio in relazione alla vicenda dei verbali sulla presunta loggia Ungheria. Lo ha stabilito la sentenza emessa questo pomeriggio dalla seconda sezione penale della Corte d'Appello di Brescia che ha così confermato la decisione emessa dal Tribunale della città lombarda il 20 giugno 2023. I giudici hanno anche condannato Davigo al pagamento delle ulteriori spese processuali e alla rifusione delle spese di assistenza in giudizio in favore della parte civile, l'ex consigliere del Csm Sebastiano Ardita difeso dall'avvocato Fabio Repici. Fissato in novanta giorni il termine per la motivazione, dopo il quale gli avvocati Franco Coppi e Davide Steccanella, che assistono Davigo, potranno presentare di nuovo ricorso in Cassazione.

Legali Davigo pronti al ricorso

Quello odierno è l’appello bis dopo che la Cassazione aveva annullato, con rinvio a nuovo giudizio d'appello, la parte di condanna per la rivelazione del segreto a terzi. "Presentiamo ricorso perché resto convinto che la condotta del mio assistito sia stata ispirata solo al ripristino della legalità e non abbia arrecato alcun danno a un'indagine che senza il suo intervento, sollecitato dall'assolto Storari, non sarebbe neppure partita", ha commentato il legale Davide Steccanella.

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I fatti

Piercamillo Davigo, ex pm di Mani Pulite ed ex consigliere del Csm, secondo la ricostruzione dell’accusa prese dal pm milanese Paolo Storari (assolto in via definitiva al termine del processo abbreviato) i verbali segreti in cui Piero Amara, ex avvocato esterno di Eni, svelava l'esistenza della presunta associazione massonica Ungheria. Come ammesso dallo stesso Storari, la consegna dei documenti avvenne nell’aprile 2020, nella casa di Davigo a Milano. All’ex consigliere del Csm fu data una chiavetta con gli atti secretati sull'ipotetica loggia Ungheria di cui avrebbero fatto parte personaggi delle istituzioni e delle forze armate, oltre che due componenti del Csm in carica in quel momento. 

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