La questione, al diritto di difesa e alla nomina di consulenti tecnici, è stata sollevata dagli avvocati difensori degli imputati egiziani: una questione di costituzionalità che i giudici hanno accolto e che rimanda la decisione alla Corte Costituzionale
Stop temporaneo al processo per il caso Regeni. Quando mancavano ormai poche udienze alla fine dell’iter e alla sentenza, la prima corte d’Assise di Roma ha deciso di accogliere una questione di costituzionalità relativa al diritto di difesa e alla nomina di consulenti tecnici: a sollevare i nodi erano stati i difensori dei quattro agenti e ufficiali dei servizi segreti egiziani, imputati per il sequestro, le torture e la morte del ricercatore friulano. I giudici hanno quindi ritenuto la questione “non manifestamente infondata” e “rilevante” al fine della definizione del giudizio e hanno così inviato gli atti alla Consulta. Il processo resta ora sospeso in attesa che si pronunci la Corte Costituzionale.
Genitori Giulio: “Non molliamo”
La battuta d’arresto arriva quando ormai per i genitori di Giulio Regeni sembrava vicina la fine del processo, a dieci anni dalla morte in Egitto del giovane ricercatore e a oltre un anno e mezzo dall’inizio del processo. "Non molliamo, siamo qui ad aspettare e speriamo che anche il nostro processo possa concludersi positivamente", avevano commentato i genitori quando, alcuni giorni fa, i legali degli imputati avevano chiesto al giudice di sollevare la questione di costituzionalità, oggi accolta dal tribunale.