Caporalato negli appalti pubblici, 5 indagati a Biella

Cronaca
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L'operazione, denominata "Stella verde", è nata dalla vicenda che ha coinvolto un operaio di origine maghrebina che, nel dicembre dello scorso anno, dopo essere stato vittima di un grave incidente sul lavoro che gli ha causato la subamputazione di un dito della mano durante l’utilizzo di un martello pneumatico, aveva deciso di rivolgersi alle Fiamme Gialle biellesi

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Cinque persone sono state raggiunte, in queste ore, da un provvedimento di perquisizione della Procura di Biella nell'ambito di un'inchiesta sul presunto caporalato in cantieri pubblici, scattata dopo la denuncia di un incidente ad un operaio alla diga dell'Ingagna di Mongrando, proprio nel Biellese. Sfruttamento di lavoratori stranieri, lesioni colpose aggravate dalla violazione delle norme di sicurezza e subappalti irregolari sono le accuse rivolte agli indagati. L'indagine è stata condotta da una sessantina di militari che hanno eseguito 19 perquisizioni in case, imprese e cantieri edili tra Piemonte, Liguria, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Campania, Basilicata e Calabria. 

Le perquisizioni

Ad intervenire, nello specifico, è stato il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Biella, con la collaborazione di altri reparti del corpo delle province di Torino, Vercelli, Genova, Rovigo, Bologna, Macerata, Napoli, Caserta, Potenza e Cosenza. Le perquisizioni condotte nelle varie regioni sono state finalizzate ad individuare e sequestrare ulteriore documentazione probatoria, anche di natura informatica.

La denuncia di un operaio

Come accennato, l'operazione, denominata "Stella verde" è nata dalla vicenda che ha coinvolto un operaio di origine maghrebina che, nel dicembre dello scorso anno, dopo essere stato vittima di un grave incidente sul lavoro che gli ha causato la subamputazione di un dito della mano durante l’utilizzo di un martello pneumatico, aveva deciso di rivolgersi alle Fiamme Gialle biellesi. Obiettivo quello di denunciare le non consone condizioni di lavoro a cui lui e anche altri suoi connazionali sarebbero stati sottoposti nel cantiere per la manutenzione della diga dell’Ingagna di Mongrando. 

Le ipotesi di reato

Da qui sono scattate una serie di indagini che hanno poi permesso di formulare, sulla base degli elementi di prova raccolti, ipotesi di reato per caporalato, dal momento che il lavoratori stranieri, muniti di regolare permesso di soggiorno, sarebbero stati costretti a lavorare con turni prolungati ben oltre i limiti fissati dai contratti collettivi. Tra l'altro, sarebbe emerso, senza pause, giorni di riposo e ferie adeguate, oltre che in condizioni igieniche precarie e in mansioni pericolose senza la fornitura di idonee protezioni individuali. E' emerso anche che i lavoratori avrebbero ricevuto retribuzioni arbitrarie, sopportando anche minacce e violenze nei casi di protesta.

 

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