Processo per stupro di gruppo, Ciro Grillo e suoi 3 amici condannati: pene tra 6 e 8 anni
CronacaIl collegio del Tribunale di Tempio Pausania, dopo 3 ore di camera di consiglio, ha condannato tutti e quattro gli imputati nel processo di primo grado che vede coinvolto il figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle e tre suoi amici accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di due giovani donne. A Ciro Grillo, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria inflitti 8 anni di reclusione, a Francesco Corsiglia 6 anni e 6 mesi. Il procuratore Gregorio Capasso aveva chiesto per tutti gli imputati la condanna a 9 anni
A Tempo Pausania si è chiuso con la condanna di tutti e quattro gli imputati il processo di primo grado - durato oltre tre anni - che vede coinvolto Ciro Grillo, figlio del fondatore del M5S Beppe, e altri tre suoi amici accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di due giovani donne per fatti risalenti all'estate del 2019. Dopo il rinvio deciso a inizio settembre per il grave lutto che ha colpito il presidente del collegio Marco Contu, in mattinata i magistrati sono tornati a riunirsi per emettere la sentenza: dopo tre ore di camera di consiglio, il collegio del Tribunale di Tempio Pausania ha inflitto 8 anni di reclusione a Ciro Grillo, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, e 6 anni e 6 mesi a Francesco Corsiglia. Nessuno dei quattro era in aula. Assente anche la principale accusatrice, la studentessa italo norvegese all'epoca 19enne. "È scoppiata in lacrime, lacrime di gioia, piangeva e mi ringraziava", ha detto l'avvocata Giulia Bongiorno a chi le ha chiesto come ha reagito la sua assistita. L'avvocato di Ciro Grillo: "Siamo molto delusi, aspettiamo i motivi della sentenza e poi ovviamente proporremo appello".
Imputati e ragazza assenti in aula
In aula, quindi, erano assenti i quattro imputati e la studentessa italo-norvegese che per prima ha denunciato di aver subito lo stupro ai Carabinieri di Milano pochi giorni dopo i fatti contestati, avvenuti nella notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 nella villetta dei Grillo a Porto Cervo, in Costa Smeralda. Al termine della requisitoria "fiume", lo scorso luglio, il procuratore Gregorio Capasso aveva chiesto la condanna per tutti gli imputati a 9 anni di reclusione con le attenuanti previste dal Codice penale. Secondo il Pm, Grillo jr. e i suoi amici erano da ritenersi "inattendibili" perché avrebbero plasmato la loro versione “a seconda delle indagini”.
La posizione delle difese
Secondo le difese, invece, c'erano gli elementi per l’assoluzione in quanto - avevano sostenuto - il rapporto sarebbe stato consenziente e la presunta vittima aveva dimostrato di "non essere credibile". "Il racconto della ragazza e persona offesa non sta in piedi da solo. Il mio assistito sta male, come chiunque in questi casi e come la ragazza", aveva detto l'avvocato Mariano Mameli, difensore di Edoardo Capitta, prima dell'udienza.
L'udienza di oggi
L’udienza di oggi si era aperta con le ultime repliche del pool difensivo di Grillo Jr. e degli altri amici genovesi, con gli avvocati che avevano chiesto l'assoluzione con formula piena perché "il fatto non sussiste" e "non costituisce reato". "La persona offesa non è credibile, nega di aver interagito con i ragazzi nella discoteca, nega di averci interagito nel patio della villetta. E lo conferma anche l'amico Alex Cerato che parla addirittura di un bacio su un divanetto della discoteca Billionaire tra la ragazza e Ciro Grillo", è stata la tesi sostenuta dall'avvocato Alessandro Vaccaro, difensore di Lauria. Al termine delle repliche, i giudici del collegio del Tribunale di Tempio Pausania presieduto da Marco Contu si sono ritirati in Camera di consiglio per deliberare la sentenza.
La sentenza
Dopo tre ore, il verdetto di primo grado è arrivato: 8 anni di reclusione a Ciro Grillo, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria; 6 anni e 6 mesi a Francesco Corsiglia. Il collegio ha riconosciuto ai quattro le attenuanti generiche e deciso una provvisionale di 10mila euro da liquidare alle parti civili per Grillo, Lauria e Capitta, di 5mila euro invece per Corsiglia. Quest'ultimo è stato condannato per stupro di gruppo ma assolto dall'accusa di aver molestato l'amica della studentessa italo-norvegese prendendo e diffondendo le foto a sfondo sessuale scattate mentre la ragazza dormiva sul divano nella villetta della famiglia Grillo. In sede civile verranno poi stabiliti i risarcimenti alle parti lese.
"Lacrime di gioia" per la studentessa
"Come ha reagito la mia assistita quando le ho comunicato la sentenza? È scoppiata in lacrime, lacrime di gioia, piangeva e mi ringraziava", ha detto l'avvocata Giulia Bongiorno, che difendeva la studentessa italo norvegese, al termine dell'ultima udienza a Tempio Pausania. E ha aggiunto: "Nonostante le prove fossero poderose, non ci si abitua mai ad attendere una sentenza e quindi c'era tanta emozione. In questo percorso è stata crocifissa, massacrata, questa sentenza oggi non trova la fine della sua sofferenza ma trova il significato della sua sofferenza perché ha denunziato, ha creduto nella possibilità che ci fosse la giustizia. Credo che sia veramente una sentenza importante, perché significa che quando ci sono delle violenze non vince l'ostruzionismo ma vince chi ha il coraggio di denunziare. Questa sentenza ha un forte valore per tutte le donne. Quando a una ragazza si fanno migliaia di domande e si dice che se a qualcuna risponde 'non ricordo' significa che dice falso, si potrebbe temere di non essere creduti. Ma noi avevamo una certezza".
Le altre reazioni
Opposta la reazione dell'avvocato Enrico Grillo, che difende Ciro Grillo. "Siamo molto delusi, ribadiamo il fatto che siamo convinti della nostra innocenza. Proseguiremo nei gradi di giudizio successivi. Aspettiamo i motivi della sentenza e poi ovviamente proporremo appello. Non ci aspettavamo questa sentenza", ha detto. “Siamo sorpresi perché gli esiti del processo davano come prevedibile un’altra assoluzione", ha commentato anche l'avvocata Antonella Cuccureddu, legale di Francesco Corsiglia, dopo la sentenza. "La posizione del mio assistito è stata ritenuta meno grave di quelle degli altri, non ci conforta per nulla perché comunque i giudici hanno creduto a una ragazza che è smentita da tutti gli elementi di prova acquisiti nel processo: non uno a suo favore, tutti gli elementi oggettivi e tutte le sue testimonianze”, ha aggiunto. "Le sentenze non si commentano, si rispettano. E quando non si condividono si impugnano. Quindi aspettiamo le motivazioni e poi vedremo. Noi abbiamo cercato di dare l'interpretazione più aderente possibile alle risultanze processuali. Adesso abbiamo sentito solo la lettura del dispositivo ma dietro le decisioni ci sono delle motivazioni", ha dichiarato invece il procuratore capo di Tempio Pausania Gregorio Capasso. "È stato un processo difficile al di là della complessità del caso, perché abbiamo sentito decine di testimoni, tre anni di dibattimento, ma è stato difficile perché ha coinvolto sei ragazzi. Quando ci sono giovani vite in gioco sia per quanto concerne le parti offese che per gli imputati, le vicende ci hanno colpito dal punto di vista umano", ha concluso.