Campi Flegrei, dal 1950 suolo più alto di 4 metri: cosa significa?

Decine di monitor aggiornano in tempo reale grafici e mappe: siamo nella sala di monitoraggio dell’Osservatorio Vesuviano, una sorta di control room dalla quale i tecnici della sede partenopea dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, sorvegliano lo stato di salute dei vulcani napoletani. Si va dallo “stazionario” di Vesuvio e isola d’Ischia, alla “prognosi riservata” per la Caldera dei Campi Flegrei, che da tempo ormai assorbe gran parte del lavoro dei 116 dipendenti dell’osservatorio. Lo sa bene Lucia Pappalardo, che in questi uffici ha trascorso gli ultimi 28 anni, e che da qualche giorno ne è stata nominata Direttrice. “Proprio il giorno della forte scossa dell’altra notte” ricorda sorridendo, quasi a voler stemperare la tensione accumulata nelle ultime ore. Centodiciannove scosse in 2 giorni, la più forte di magnitudo 4. Uno sciame sismico come non se ne registravano da tempo, ma che non ha colto di sorpresa i tecnici dell’Osservatorio. “Quella dei mesi scorsi era solo una tranquillità apparente - precisa la Direttrice – lo sciame di questi giorni rientra nello stato in cui il vulcano si trova ormai da diverso tempo”. Senza voler creare allarmismi, possiamo definire questo stato preoccupante? Il vulcano si trova al livello di allerta giallo, il secondo di una scala che parte dal verde e poi prosegue con l’arancione e infine il rosso; significa che i parametri che noi valutiamo non sono più nel background, ma mostrano una variazione rispetto allo stato di normalità. È ormai una condizione che è iniziata nel 2005, e che negli ultimi tempi si è purtroppo intensificata”. Un fenomeno, quello del bradisismo, che qui non viene rappresentato solo con le mappe che tengono la “contabilità” delle ultime scosse. Uno dei monitor della control room riproduce un grafico che racconta il sollevamento del suolo causato negli anni dal fenomeno. Come ci spiega la Direttrice, “Il suolo ha iniziato a sollevarsi a partire dal 1950, ed ha continuato a farlo in tre fasi prima di quella attuale: la prima va dal 1950 al 1952, poi ce n’è stata una seconda tra il 1970 e il 1972, e quindi quella più nota, tra il 1982 e il 1984, accompagnata da 16mila scosse. Prima della fase attuale, il grafico ne segnala una definita di “bradisismo negativo”, cosa significa? Tra il 2000 e il 2005, il fenomeno ha subito un periodo di arresto, con un abbassamento del suolo che poi però ha ripreso a salire fino ai giorni nostri per un metro e mezzo nella parte centrale della Caldera. Un sollevamento che se calcolato dal 1950 ha ormai raggiunto i 4 metri, e lo potete verificare a occhio nudo, andando nel quartiere Terra di Pozzuoli, dove la vecchia darsena si è trasformata in uno stagno quasi del tutto prosciugato, con le barche dei pescatori ormai a secco. Mentre parliamo con Lucia Pappalardo, veniamo più volte interrotti dall’allarme che segnala nuove scosse e ci costringe ad uscire dalla sala di monitoraggio, per far posto ai tecnici Ingv che devono interpretare e catalogare i nuovi eventi prodotti dalla Caldera dei Campi Flegrei. Cosa ci raccontano queste ultime scosse? Sono scosse di magnitudo inferiore a uno, che non vengono avvertite dalla popolazione. Ci dicono che lo sciame si è concluso, ma che la sismicità, purtroppo, continua.

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Campi Flegrei, dal 1950 suolo più alto di 4 metri: cosa significa?

Piero Ancona