Morto Cesare Nosiglia, l'ex Arcivescovo di Torino aveva 80 anni

Cronaca
©IPA/Fotogramma

La morte è avvenuta questa mattina alle 2.15 presso l'Hospice Cottolengo di Chieri, dove Nosiglia era stato trasferito pochi giorni fa dall'Ospedale Gradenigo di Torino

ascolta articolo

Lutto per le Diocesi di Torino e di Susa a causa della morte di monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino dal 2010 al 2022 e amministratore apostolico di Susa dal 2019 al 2022. La morte è avvenuta questa mattina alle 2.15 presso l'Hospice Cottolengo di Chieri, dove Nosiglia era stato trasferito pochi giorni fa dall'Ospedale Gradenigo di Torino. Nosiglia aveva 80 anni. I funerali saranno celebrati venerdi 29 alle 15.30 dal cardinale Roberto Repole presso il Duomo di Torino.

Il cordoglio della Cei

"Esprimiamo profondo cordoglio per la scomparsa di mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo emerito di Torino, vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana dal 2010 al 2015, segretario della Commissione Episcopale per l'Educazione Cattolica (1995-2000) di cui, dal 2000 al 2005 fu presidente. Uomo di grande spiritualità, ha servito la Chiesa in Italia leggendo i segni dei tempi, ponendosi in ascolto delle istanze che andavano emergendo negli anni, con uno sguardo attento ai disoccupati e alle popolazioni Sinti e Rom". Lo comunica la Cei. .

Il ritratto 

Nato a Rossiglione, provincia di Genova e diocesi di Acqui Terme, e formatosi nei Seminari di Acqui Terme e Rivoli, l'arcivesvovo emerito di Torino Cesare Nosiglia, era diventato prete il 29 giugno 1968 e aveva proseguito gli studi di Teologia e Sacra Scrittura alla Pontificia Università Lateranense e Istituto Biblico di Roma. Dal 1971 al 1991 vicedirettore e poi direttore dell'Ufficio Catechistico nazionale della Cei, dal 1971 al 1991, il settembre di quell'anno era stato consacrato vescovo. Ausiliare e poi vicegerente della diocesi di Roma, era impegnato soprattutto nei settori dei giovani, dell'educazione e della scuola cattolica, molto attento anche alle condizioni degli emarginati, in particolare persone senza dimora e nomadi. Trasferito nel 2003 alla diocesi di Vicenza, viene poi nominato arcivescovo di Torino nel 2020. La forte sensibilità ai temi sociali, lo porta a prendere posizioni pubbliche impegnative nelle numerose aree di crisi che caratterizzano le vicende di Torino e del Piemonte, spesso schierandosi in prima persona di fianco ai lavoratori. Un 'magistero di strada' a cui accompagna una forte attenzione per i giovani e le realtà del territorio. Sua l'immagine di Torino 'due città' e la lettera pastorale 'Non stranieri ma concittadini e familiari di Dio'. Fra i le sue battaglie dell'ultima parte del suo impegno da arcivescovo, quelle per le crisi Embraco e dell'auto. Forte anche il suo impegno per la Sindone, con la promozione della prima ostensione dedicata in modo speciale ai malati e alle persone in sofferenza, durante il Covid, un'ostensione straordinaria alla presenza delle autorità civili di Torino e del Piemonte, come momento comune di preghiera. e, nel 2015, l'ostensione pubblica con la visita di due giorni di papa Francesco.

Cronaca: i più letti