Dopo aver avvistato al largo delle coste libiche un'imbarcazione in difficoltà, con a bordo 3 donne e 19 uomini, l'equipaggio della Trotamar III ha avviato le operazioni di salvataggio. A seguito dell'intervento di soccorso è stato accusato di non aver informato la Libia. Attualmente la barca è bloccata nel porto di Lampedusa, dove dovrà restare per 10-20 giorni
La nave ong Trotamar III è stata sequestrata al porto di Lampedusa dopo aver salvato 22 migranti in mare. L'equipaggio dell'imbarcazione tedesca è stato accusato di non aver informato la Libia dell'operazione di soccorso ed è attualmente bloccato nel porto dell'isola italiana, dove dovrà restare per 10-20 giorni. Dopo aver avvistato al largo delle coste libiche un'imbarcazione in difficoltà, con a bordo 3 donne e 19 uomini, l'equipaggio della Trotamar III ha avviato le operazioni di salvataggio, portando in salvo i passeggeri che viaggiavano in balia delle onde. Da due anni, la Trotamar III effettua operazioni di ricerca e soccorso al largo delle coste tunisine e libiche.
L'operazione di salvataggio
Dopo aver lanciato una richiesta di soccorso alle autorità italiane e maltesi, lo skipper Matthias Wiedenlübbert ha deciso di avviare le operazioni di salvataggio, facendo salire i 22 passeggeri. La Trotamar III era già stata “fortemente limitata nella sua libertà di movimento e spinta fuori rotta quando una motovedetta della cosiddetta Guardia Costiera Lib. si era avvicinata” e “aveva minacciato via radio anche di usare le armi da fuoco”, riferisce l'equipaggio in una nota. Le persone soccorse dalla barca tedesca erano partite da Zuwara, in Libia, e provengono da Iraq, Somalia, Egitto, Sudan, Bangladesh ed Etiopia.
Trotamar III: “Riportare i migranti indietro con la forza è violazione dei diritti umani”
"Se informassimo la cosiddetta guardia costiera libica di un caso di emergenza in mare, accetteremmo che i profughi venissero riportati con la forza in Libia. Questo non sarebbe un salvataggio, ma un pullback illegale e quindi un aiuto alla violazione dei diritti umani. Questo non è compatibile né con il diritto vigente né con la nostra coscienza”, ha detto Matthias Wiedenlübbert, skipper a bordo della Trotamar III.
CompassCollective: “Faremo ricorso contro il fermo della Trotamar III”
“Se il governo italiano, con il sostegno di molti Stati europei, vuole criminalizzare il soccorso civile in mare, allora ricorreremo alla giustizia. Faremo ricorso contro il fermo della Trotamar III e chiederemo l'attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti umani: la Libia e la Tunisia non possono offrire un porto sicuro ai profughi, quindi non permetteremo loro di coordinare le nostre operazioni di soccorso”, ha dichiarato Katja Tempel, portavoce del CompassCollective, gruppo di attivisti che sostengono il salvataggio dei rifugiati nel Mediterraneo. “Ogni giorno in cui una nave di soccorso in mare è fermata, aumenta il rischio che più persone anneghino nel Mediterraneo", ha aggiunto.