Tra i 15 indagati nell'inchiesta sulle presunte cyber-spie di Equalize figura anche Enrico Pazzali, ormai ex presidente di Fondazione Fiera Milano ed ex titolare dell'agenzia investigativa. Tra il 2019 e il 2024, Equalize avrebbe infatti agito "per finalità di profitto", vendendo "informazioni illecitamente acquisite, oppure a scopo estorsivo e ricattatorio, per condizionare e influenzare" settori "della politica e dell'imprenditoria"
Chiuso il primo filone dell'inchiesta sulle presunte cyber-spie di Equalize e su dossieraggi con accessi abusivi in banche dati. Quindici persone risultano attualmente indagate. E tra queste, figurano Enrico Pazzali, ormai ex presidente di Fondazione Fiera Milano ed ex titolare dell'agenzia investigativa, hacker ed esperti informatici come Nunzio Samuele Calamucci e l'imprenditore Lorenzo Sbraccia. Tra il 2019 e il 2024, il gruppo delle presunte cyber-spie di Equalize avrebbe infatti agito "per finalità di profitto", vendendo "informazioni illecitamente acquisite, oppure a scopo estorsivo e ricattatorio, per condizionare e influenzare" settori "della politica e dell'imprenditoria". Tanti i personaggi e vip “spiati”, da Paolo Scaroni ad Alex Britti, i cui episodi come tanti altri sono nelle imputazioni.
L'inchiesta
Con un atto di 204 pagine e oltre 200 capi di imputazione, firmato dal pm De Tommasi della Procura diretta da Marcello Viola e dai colleghi della Dna Antonello Ardituro e Barbara Sargenti, nelle indagini del Ros dei carabinieri, gli inquirenti hanno chiuso la prima tranche delle indagini. Quella che, a fine ottobre, aveva portato a quattro arresti, tra cui quelli di Gallo e Calamucci e a due misure interdittive. Respinte dal gip Fabrizio Filice, invece, le altre richieste di misure cautelari. Per questo i pm hanno fatto ricorso al Riesame per chiedere il carcere o i domiciliari, come aggravamento o meno, per 11 posizioni di indagati, tra cui Pazzali. Per l'ex presidente di Fondazione Fiera Milano sono stati chiesti i domiciliari, ma si attendono ancora tutte le decisioni del Riesame, dopo oltre quattro mesi dalle udienze.
Le accuse
Tra le accuse contestate, a vario titolo, ci sono l'associazione per delinquere finalizzata all'accesso abusivo a sistema informatico, corruzione, intercettazioni abusive e rivelazione del segreto d'ufficio. Tra gli indagati figurano coloro che per le accuse, come hacker o esperti informatici o collaboratori, avrebbero fatto parte del gruppo allargato di Equalize di via Pattariù: Samuele Abbadessa, Calamucci, Massimiliano Camponovo, Luca Cavicchi, Mattia Coffetti, Giulio Cornelli e Gabriele Pegoraro. Al vertice, secondo i pm, ci sarebbe stato Enrico Pazzali. Chiuse le indagini anche nei confronti di Vincenzo De Marzio, ex carabiniere del Ros e presunto ex appartenente ai servizi segreti, di Lorenzo Di Iulio, Daniele Rovini, Daniele Sirtori e dell'imprenditore e immobiliarista romano Lorenzo Sbraccia, uno dei principali "clienti", per l'accusa, del gruppo. E anche nei confronti di Giuliano Schiano e Marco Malerba, il primo ex finanziere, il secondo ex poliziotto, coloro che materialmente avrebbero effettuato gli accessi abusivi nelle banche dati strategiche.
Pm: "Dossier per ricattare politica e imprenditori"
Tra i committenti dei dossier, anche Leonardo Maria Del Vecchio, il figlio del fondatore di Luxottica. Il giovane imprenditore, indagato in un filone parallelo, avrebbe fatto "spiare" i fratelli e la ex fidanzata, mentre - come si legge nelle imputazioni - l'attività della "rete" avrebbe anche avuto lo scopo di "danneggiare l'immagine dei competitors professionali e imprenditoriali" di Pazzali, chiamato "zio bello", "il Capo", il "Presidente", in quanto suoi avversari "avversari politici" o delle "persone a lui legate". L'ex presidente della Fondazione Fiera, che lavorava con Carmine Gallo (suo socio di minoranza), avrebbe ricoperto "un ruolo di vertice all'interno del sodalizio, quale ideatore, promotore e organizzatore dell'associazione. In particolare, anche in virtù della fitta rete di relazioni e di conoscenze di cui godeva anche in ragione del proprio incarico". Inoltre, si sarebbe occupato "del procacciamento d'importanti clienti" per Equalize e sarebbe stato" pienamente consapevole che una delle principali fonti informative utilizzate" per il dossieraggio ritenuto illegale, "era lo Sdi".