Pallavolo, Asia Cogliandro: “Licenziata perché incinta, ho subìto violenza psicologica”

Cronaca
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La pallavolista centrale del Perugia, squadra di A1, ha raccontato di aver comunicato la bella notizia al suo direttore sportivo che inizialmente "contentissimo mi abbraccia". Ma poi "in un attimo lo scenario cambia e le pressioni arrivano immediatamente". Cogliandro ha raccontato di essere stata messa alle strette, come altre donne nel settore: "Se continuiamo ad accettare compromessi, non sarò l'ultima. È ora di dire basta"

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Essere licenziate perché in dolce attesa nel 2025 succede ancora troppo spesso. E nel mondo dello sport non vengono risparmiate neanche le atlete di alto livello. "Sono stati lapidari, volevano proprio che mi levassi di mezzo": a raccontarlo è Asia Cogliandro, 29enne giocatrice di pallavolo che a La Stampa ha detto di quando, lo scorso gennaio, ha comunicato alla sua società di essere incinta. "Il 21 gennaio mi alleno e ho paura, le compagne sono spaventate. Decido di dirlo, il giorno dopo lo comunico al direttore sportivo, che contentissimo mi abbraccia. Ma in un attimo lo scenario cambia, e le pressioni arrivano immediatamente. La società mi dice di lasciare casa e di restituire anche le mensilità già pagate. Diventano assertivi: 'devi andare via'".

Cogliandro: "Ora di dire basta, dovrebbero esserci più tutele"

Cogliandro gioca per il Perugia, squadra della A1 di volley femminile. Sei mesi dopo la firma del rinnovo col club promosso dalla A2, a inizio 2024, scopre con sua gioia di essere incinta e continua ad allenarsi. Fino a che il suo club, di fatto, non la "butta fuori". Al quotidiano la pallavolista ha raccontato di aver cercato una mediazione, una sospensione del contratto con altri incarichi amministrativi. "Tra la loro offerta e il dovuto fino a scadenza contratto ballano 12 mila euro, una cifra stupida: ma io ho subito una violenza psicologica", ha aggiunto l’atleta. Cogliandro sa che il suo non è il primo caso: "Siamo co.co.co, non professioniste. Qualcosa è stato modificato ma dovrebbero esserci più tutele....Se continuiamo ad accettare compromessi, non sarò l'ultima. È ora di dire basta". 

"Sport che amavo ora mi disgusta"

"Una grande storia d'amore finita con una inconcepibile violenza psicologica di cui non capisco proprio il motivo", ha affermato la giocatrice al quotidiano. A seguire "iniziano le telefonate: 'Bisogna capire che cosa fare con il contratto'. Mi impongono di chiedere la maternità, ma quella scatta a due mesi dalla data del parto. Non ragionano, vogliono solo tagliarmi". E ha aggiunto: "Io in carriera ho avuto degli infortuni: mentre sei ferma ti pagano, se sei incinta sei da allontanare. Mi hanno dato dell'ingrata, mi hanno minacciata". Ora "piuttosto che tornare a giocare faccio il muratore, con tutto il rispetto, non sarei ovviamente in grado, però lo sport che amavo ora mi disgusta. Non ne voglio più sapere di quel mondo". 

Presidente Fipav: "Solidarietà di tutta la Federazione Italiana Pallavolo"

"La maternità non può mai essere vista come una colpa, né tantomeno come un ostacolo alla carriera di una sportiva". Sono le parole di Giuseppe Manfredi, presidente Fipav in una nota dopo. "Ad Asia la mia piena solidarietà personale e quella di tutta la Federazione Italiana Pallavolo", ha aggiunto. "Come Federazione qualche anno fa, abbiamo voluto dare un segnale concreto, istituendo La maternità è di tutti, un fondo dedicato alle atlete che diventeranno madri, in maniera da accompagnarle e sostenerle in un momento così importante della loro vita. Dall'attivazione del fondo abbiamo già sostenuto molte atlete che ne hanno fatto richiesta". Manfredi ha poi concluso: "Posso garantire che la Fipav continuerà ad essere in prima linea su questo tema, oltre a vigilare affinché episodi di questo tipo non trovino spazio nel nostro movimento. Allo stesso tempo per correttezza, mi riservo di approfondire la vicenda con la società coinvolta, così da avere più elementi a disposizione". 

Fabris: "Rammaricati, maternità è un diritto"

"La Lega prende atto con rammarico della situazione che si è creata tra la Società Black Angels Perugia e l'atleta Asia Cogliandro, una situazione che poteva e doveva essere evitata con sensibilità e buon senso. La maternità è un diritto, una cosa bellissima, e la Lega si è sempre battuta per la tutela della vita. Questa vicenda perciò ci colpisce e ci rattrista ancora di più". Così Mauro Fabris, presidente della Lega Pallavolo di Serie A femminile. "Una situazione che ora verificheremo per quanto di nostra competenza considerato che in sede di iscrizione al campionato 2025-26, il contenzioso tra Perugia e l'atleta ci era stato segnalato come in corso di risoluzione consensuale. In ogni caso, troveremo il modo perché Asia, con cui ci siamo già sentiti questa mattina, come tutte le atlete che hanno vissuto la gioia bellissima di diventare mamme durante la partecipazione alla nostra Serie A, possa vivere con serenità questo suo bellissimo momento di vita privata". Fabris ha sottolineato anche come la Serie A "sia diventata esempio di trasparenza, fairplay amministrativo, tutela delle atlete dentro e fuori dai campi di gioco".

Abodi chiama Fipav e Lega

"Il professionismo non può essere l'unico elemento che garantisca diritti e tutele perché non tutte le discipline possono permettersi certi costi. Il tema non è fare solo la cosa giusta ma promuoverla affinché il movimento cresca arrivando a un'autosufficienza". Così il ministro per lo sport e per i giovani, Andrea Abodi, al telefono con l'ANSA ha commentato la vicenda di Asja Cogliandro. Abodi ha detto di aver parlato con il presidente della Fipav, Manfredi, e della Lega, Fabris: "Verificheremo insieme l'efficacia delle regole". E ha aggiunto: "Non è possibile che si viva solo grazie a sussidi pubblici e generosità delle società, dobbiamo valutare insieme se ci sono altre forme che garantiscano tutele senza incidere sulla sostenibilità economica. Ragionamento che va fatto perché la ricerca delle pari opportunità, passa attraverso collaborazione continua".   

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