Il top manager che ha trasformato l’Enel in uno dei maggiori produttori mondiali nel settore delle rinnovabili è stato il protagonista di Open Space, l'hub del Consiglio Nazionale degli Ingegneri
"Per quanto riguarda l'Italia, sull' energia pulita siamo più avanti di quanto non sembri, anche grazie alle aziende italiane". Ne è sicuro Francesco Starace, partner di EQT ed ex ad di Enel, intervenuto nel corso di "Ri-evoluzione energetica. Un nuovo paradigma per un mondo in trasformazione”, talk che racconta l'itinerario italiano verso il mondo della clean energy.
Starace, simbolo della transizione ecologica italiana, è stato protagonista a Roma di Open Space, organizzato dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri, il Communication Hub nato con l’ambizione di rappresentare uno spazio aperto di confronto, un’area di approfondimento e di incontro voluta per gettare ponti sulla più ampia attualità sociale, economica, tecnologica, culturale. In dialogo con il consigliere del CNI Alberto Romagnoli, Starace ha tracciato la mappa di come evolve e si ammoderna la vera forza motrice dell’economia del Belpaese.
La situazione italiana sulle rinnovabili
"Sulle rinnovabili l'Italia è, in questo momento, abbastanza in linea di marcia. Occorre tenere presente che il nostro è stato il primo Paese europeo a superare un milione di impianti di generazione di energia "pulita" contando anche quelli distribuiti sul territorio. Molto spesso si parla di rinnovabili solo al livello di grandi impianti, senza contare che, ad esempio lo scorso anno, più della metà della crescita è stata concentrata in impianti distribuiti a media e a bassa tensione". E spiega: "Da noi questo è possibile perché abbiamo l'unica rete completamente digitale al livello europeo. L' Italia non è in ritardo ma è più avanti di quanto non sembri guardando i numeri ufficiali. Si tratta di un progresso realizzato dagli italiani più che dalle grandi aziende internazionali. Gli italiani lo fanno perché hanno capito che è conveniente, mi riferisco soprattutto alle aziende italiane. Non quelle che si occupano di energia ma quelle che la consumano. Sono loro che stanno portando avanti, in silenzio, questa diffusione. Con questa premessa il tema è se il sistema sarà capace di assorbire quantità sempre maggiori di energia rinnovabile. La risposta è si ma fino a un certo limite. Oltre quel punto saranno necessari sistemi di stoccaggio di energia. Su questo ci sono segnali incoraggianti".
E aggiunge: "Terna ha lanciato, ad esempio, una ben disegnata politica di stoccaggi sotto forma di batterie distribuite sul territorio che potrebbe essere la svolta per un ulteriore sviluppo delle rinnovabili italiane. Il modello di sviluppo italiano è abbastanza originale se si guarda al resto del Continente. Non dobbiamo esserne preoccupati ma contenti. Si tratta infatti di un modo molto più solido di arrivare all' obiettivo della decarbonizzazione".
Ma l'arrivo di Trump ha mutato qualcosa nell' impianto del cosiddetto "green deal"? No, non ha cambiato nulla - spiega Starace - tra l'altro, nei precedenti quattro anni di presidenza Trump, le rinnovabili americane hanno avuto il loro maggiore sviluppo. Si sono chiusi più impianti a carbone durante quel periodo che dopo o prima di quel periodo".