Nel parere, i giudici amministrativi scrivono che "non emergono profili che possano indurre ad una ragionevole previsione favorevole ai ricorrenti dell'esito del ricorso" e che "ci sono seri dubbi sulla ammissibilità dei ricorsi". Il Comune può quindi al momento andare avanti con la procedura di vendita del Meazza e delle aree che avrebbe voluto concludere in questi giorni per arrivare in giunta lunedì
Il Tribunale amministrativo regionale per la Lombardia ha respinto la richiesta di sospensiva relativa alla vendita dello stadio di San Siro e delle aree circostanti da parte del Comune di Milano a Inter e Milan presentato dal comitato Sì Meazza. Secondo i giudici "non emergono profili che possano indurre a una ragionevole previsione favorevole ai ricorrenti dell'esito del ricorso". Ciò significa che il Comune può intanto procedere con la vendita al centro della trattativa in corso con le squadre. La delibera dovrebbe arrivare nei prossimi giorni in giunta.
Al centro del ricorso anche il vincolo dei 70 anni sul secondo anello
Per quanto riguarda poi la questione della vetustà del secondo anello e del vincolo che scatta al compimento dei 70 anni, questione anch'essa al centro del ricorso, che secondo il Comune decorre dal 10 novembre mentre per il Comitato già da gennaio, i giudici scrivono che "le valutazioni espresse nel parere preliminare della competente Soprintendenza, sulla "Proposta" relativa al compendio immobiliare Ambito Gfu San Siro" (presentata in data 11-03-2025), in ordine al "requisito della vetustà (70 anni dall'esecuzione) del secondo anello" non appaiono implausibili laddove individuano nel Verbale di constatazione di compimento dei lavori (collaudo provvisorio) datato 10 novembre 1955, che è il primo atto che attesta l'ultimazione delle opere previste dal contratto principale, la data di riferimento per la verifica del decorso dei settanta anni dalla "esecuzione" dei lavori stessi". Inoltre "non appare sussistente neppure il prescritto periculum in mora, dedotto in modo generico e per lo più facendo leva sulla imminente stipulazione del contratto di vendita dello Stadio Meazza, che, di per sé, non sembra evidenziare un danno irreparabile, in ordine alla circostanza che la demolizione dello Stadio Meazza non potra' avvenire prima del 2030".