Il movente del gesto, secondo gli investigatori, sarebbe da ricercare in questioni di carattere personale alle quali la vittima, il 33enne Jacopo Peretti, era del tutto estranea: l'ipotesi degli inquirenti è che si sia trattato di una vendetta del sospettato contro la ex fidanzata che però, al momento dello scoppio, non si trovava in casa
È stata di origine dolosa l'esplosione che la notte del 30 giugno a Torino, in una palazzina in via Nizza, ha provocato un morto e cinque feriti. A questa conclusione sono giunti gli investigatori della polizia che nelle scorse ore hanno eseguito un arresto su ordinanza di custodia cautelare. Il movente del gesto sarebbe da ricercare in questioni di carattere personale alle quali, comunque, la vittima era del tutto estranea. L'ipotesi degli inquirenti, infatti, è che si sia trattato di una vendetta dell'uomo arrestato contro la ex fidanzata. Il sospettato è un quarantenne che lavora come guardia giurata. L'ex fidanzata non era presente nell'appartamento perché era partita per le vacanze. L'indagato è assistito dall'avvocato Basilio Foti.
Cosa era successo
Il 30 giugno una persona è morta e cinque sono rimaste ferite dopo l'esplosione, avvenuta nella notte intorno alle 3.15, in un appartmento di Torino, in via Nizza 389. L'incendio si sarebbe sviluppato in una mansarda. I vigili del fuoco sono subito intervenuti a seguito dell'incendio che ha coinvolto diverse unità abitative. La vittima si chiamava Jacopo Peretti, 33 anni, aveva affittato uno degli appartamenti adiacenti a quello in cui si è verificata la deflagrazione. I feriti sono invece tre adulti e due minori.
Ultimo saluto a Jacopo Peretti
Domani, domenica 6 luglio, alle ore 10, nella chiesa parrocchiale di Mazzè, nel Torinese, la comunità locale si ritroverà per un momento di preghiera e raccoglimento in ricordo di Jacopo Peretti, vittima dell'esplosione di un appartamento in via Nizza a Torino una settimana fa. Il 33enne aveva vissuto a lungo a Mazzè con la famiglia. Aveva frequentato il liceo scientifico Newton di Chivasso e da cinque anni si era trasferito a Torino, dove lavorava in un negozio di telefonia e servizi internet. Sono stati gli amici ad organizzare questo momento di raccoglimento per stringersi in un ideale abbraccio ai famigliari del ragazzo.
