
Ha preso il via a Milano, negli uffici della scientifica, la nuova fase dell’indagine sull’omicidio di Chiara Poggi. I risultati sul Dna e sulle impronte saranno determinanti per fare luce sul caso per cui la Procura di Pavia ha di nuovo indagato Andrea Sempio. Nessuna traccia di sangue è stata individuata nelle 18 impronte analizzate durante il primo incontro tra i periti e i consulenti di parte. Giovedì verranno analizzate le 12 impronte - delle 30 totali - che mancano e la spazzatura
È iniziato la mattina del 17 giugno l'incidente probatorio nell’indagine per l’omicidio di Chiara Poggi. Quello che ha preso il via oggi negli uffici della Questura di Milano sarà uno scontro legale che durerà mesi. Una partita che si giocherà su un terreno scientifico e il risultato su Dna e impronte sarà determinante nell'indagine sul delitto di Garlasco per cui la Procura di Pavia ha di nuovo indagato Andrea Sempio, amico del fratello della ragazza uccisa 18 anni fa. Una nuova indagine che ha aperto uno scenario diverso da quello che ha portato alla condanna definitiva a 16 anni di carcere dell'allora fidanzato della vittima, Alberto Stasi.
Esaminate oltre metà delle impronte, su nessuna trovato sangue
In serarta è emerso che nessuna traccia di sangue è stata individuata nelle impronte analizzate durante il primo incontro tra i periti e i consulenti di parte, nominati per l'incidente probatorio disposto dal gip di Pavia, Daniela Garlaschelli. Trapela che su 30 fasce su cui sono state raccolte le impronte, ne sono state analizzate 18 - tra cui la n. 10, cioè quella trovata nella parte interna della porta d'ingresso della villetta di via Pascoli - senza trovare sangue. L'esame con l'Obti test, il metodo più certo per verificare la presenza di sangue umano, proseguirà giovedì, 19 giugno, e sarà effettuato sulla dozzina di impronte mancanti. Sempre giovedì 19 si procederà anche con le analisi sulla spazzatura trovata nella villetta di Garlasco 18 anni fa.
Cosa hanno detto i legali
"Ho ritenuto non necessaria la mia presenza oggi, in quanto credo fermamente nelle capacità e nella professionalità del nostro consulente, il Generale Garofano”, ha spiegato l'avvocata Angela Taccia, che assiste Andrea Sempio con il collega Massimo Lovati. Invece l'avvocata Giada Bocellari, che difende Alberto Stasi, crede "che i reperti siano stati conservati come dovevano. Se facciamo le analisi è perché ci aspettiamo qualcosa. Poi se ci sia effettivamente qualcosa, è un altro discorso. Chiaramente lo vedremo, sono passati 18 anni”. Infine il consulente della famiglia di Chiara Poggi, Dario Radaelli, si è detto scettico sul ritrovamento e l'attribuzione di nuove tracce che possano dare una svolta allo scenario. Secondo lui, la traccia 97F, tuttora ignota e oggetto dell'incidente probatorio "non è attribuibile a nessuno".

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Cosa può succedere
Una schiera di esperti genetisti e dattiloscopici, alla presenza degli avvocati, si confronterà innanzitutto sulla utilizzabilità, allo stato attuale delle tecniche forensi, dei due profili genetici estrapolati dai margini ungueali di Chiara Poggi già durante il processo d'appello bis nei confronti di Stasi. E ciò in vista di una comparazione attendibile con il Dna di Sempio - riscontro delle nuove indagini che a lui hanno attribuito un profilo - e con quelli di Stasi e di tutte le persone che hanno frequentato la villetta di Garlasco. Inoltre si procederà, per quanto sia possibile, all'estrazione del Dna dalle impronte sulle fascette para-adesive, tra cui la numero 10 lasciata sulla porta dell'abitazione dei Poggi, e sul materiale allora repertato dal Ris di Parma oppure scartato perché inutile o insufficiente per qualsiasi esame.
