Maltrattamenti su minori in crescita, cosa ci raccontano i dati?

Un dato preoccupante: nel nostro Paese i maltrattamenti su bambini e adolescenti sono aumentati del 58% in cinque anni. Dei 374.310 minorenni in carico ai servizi sociali in Italia, infatti, sono 113.892 quelli vittime di maltrattamento - il 30,4% - un dato che al 31 dicembre 2023 è in aumento del 58% rispetto al 2018. E quasi 9 su 10 hanno subito maltrattamenti in famiglia. Sono dati che emergono dalla terza indagine nazionale sul maltrattamento di bambini e adolescenti in Italia, condotta Terre des Hommes e Cismai per l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, presentata oggi a Roma. Al Sud l'aumento è del 100%, con 10 minorenni su mille rispetto ai 5 del 2018. Nel Centro-Nord l'incremento è invece del 45%. E poi c'è il contesto: come evidenziato dall'indagine, nell'87% dei casi di maltrattamenti dei minorenni in carico ai servizi sociali, l'autore appartiene alla cerchia famigliare ristretta, senza differenze a livello territoriale. “Tra le cause di questo aumento esponenziale troviamo dei macro-fattori come la povertà economica e il post pandemia. Il carico che le persone hanno maturato nel lungo periodo di isolamento e chiusure si è trascinato anche nei periodi successivi. Bisogna lavorare sul contrasto alla povertà educativa e alla povertà economica delle famiglie”, spiega a Sky Tg24 Insider Federica Giannotta, responsabile advocacy e programmi Italia Terre des Hommes Italia. E un punto di partenza importante nel contrasto ai maltrattamenti è rappresentato dalla presa di consapevolezza: “Quando la fragilità inizia si vede poco, ed è per questo che poi si arriva a dati così forti e conclamati. Abbiamo rilevato che ci si prende più carico delle fragilità al Nord, mentre nel Sud Italia vediamo che l'esplosione del fenomeno è maggiore. Questo significa che c’è più fatica nell’intercettare e contenere le fragilità”, spiega Giannotta, sottolineando che i bambini vittime di maltrattamento sono “sempre bambini già grandi”, indice che quell’abuso è cresciuto e non è stato fermato. “La prevenzione primaria è purtroppo ancora molto debole. Quando si arriva all’autorità giudiziaria spesso è troppo tardi. Noi adulti invece dobbiamo essere ‘antenne’ e captare i segnali prima che situazioni complesse si cristallizzino diventando a tutti gli effetti maltrattamenti”. Il Neglet al primo posto La forma di maltrattamento più frequente, emerge dal report, è il Neglect subito dal 37% dei minori, seguita dalla violenza assistita, al 34%. Violenza psicologica e maltrattamento fisico, invece, incidono rispettivamente per il 12% e l'11%, si legge ancora nell'analisi. E il Neglet che troviamo al primo posto, spiega l’esperta, “è la mancanza di cura della persona”. Una trascuratezza che può manifestarsi quando un genitore manda a scuola un bambino non curato, non vestito adeguatamente d’inverno, non alimentato nel modo giusto, o trascurato a livello di igiene”. Anche la trascuratezza rappresenta una forma di maltrattamento a tutti gli effetti: “Spesso viene sottovalutata e quindi non segnalata, invece è un’antenna che deve attirare l’attenzione degli adulti”. Le differenze tra maschi e femmine Il report di Terre Des Hommes ci dice anche che il maltrattamento colpisce indistintamente maschi e femmine, con 13 vittime su mille - tra gli under 18 residenti in Italia - in entrambe le popolazioni di riferimento. “Il maltrattamento riguarda in egual misura i due sessi, ma lo fa in modo diverso rispetto alle sue forme”, sottolinea Giannotta. Infatti l’indagine evidenzia come tra le forme di violenza ci siano differenze di genere: i maschi sono più frequentemente vittime di neglect educativo, , violenza assistita e patologia delle cure , mentre le femmine sono più esposte ad abuso sessuale e violenza psicologica . Per quanto riguarda le età, il 18% dei minorenni in carico per maltrattamento ha tra 0 e 5 anni, il 32% tra 6 e 10 anni e il 50% tra 11 e 17 anni. Le differenze sono anche geografiche: in Italia in media vengono presi in carico 42 minorenni fragili su mille. Un dato che al Nord arriva a 51, mentre al Sud scende a 32. “Uno stacco importante”. La violenza assistita Un altro dato significativo riguarda la violenza assistita, pari al 34%. “Un numero decisamente forte”, commenta l’esperta, che però per fortuna si riesce sempre di più a intercettare e riconoscere. E farlo è fondamentale, perché il rischio che dei bambini abusati diventino da grandi degli adulti abusanti è molto alto. “Perché la violenza vista nei confronti di una madre o di fratelli e sorelle viene considerata da quel bambino o bambina come normale. E diventa un bagaglio dell’esperienza di crescita che si rischia di replicare nelle future relazioni amorose o genitoriali”. La violenza assistita, sottolinea il report, è più presente nelle città metropolitane così come l’abuso sessuale. Mentre fuori dalle città metropolitana è molto più frequente il neglet educativo. Segnalare i casi sospetti L’indagine di Terre Des Hommes fa emergere anche un altro dato: l’87 per cento dei maltrattamenti avviene nella cerchia familiare ristretta. “Noi adulti, anche se esterni a quei nuclei, abbiamo il dovere di fare una segnalazione quando abbiamo un sospetto”, spiega Giannotta. “Se per esempio sento le grida di un bambino nell’appartamento di fianco o percepisco la sofferenza di un bambino, non posso fare finta di niente. Devo pensare che quel bambino possa aver bisogno di aiuto: non significa portarlo via dalla famiglia, ma supportare quella famiglia nel recuperare quella competenza genitoriale che per vari motivi – economici, di salute o altro – ha bisogno di essere accompagnata". Quali strumenti in campo per prevenzione e contrasto? Se noi cittadini non dobbiamo voltarci dall’altra parte di fronte a casi sospetti, le istituzioni dal canto loro devono fare sforzi per incrementare la prevenzione e il contrasto ai maltrattamenti su minori. “Sono necessari dei passi molto tecnici”, spiega l’esperta. “Il primo è che si deve passare finalmente a un monitoraggio del fenomeno sistematico. E questo si potrebbe fare domani se si volesse, perché nel nostro Paese abbiamo una banca dati che funziona e che raccoglie da tutti i territori notizie sulla condizione dei bambini anche rispetto alla violenza. Il problema è che non le sta raccogliendo utilizzando la metodologia richiesta dall'OMS”, sottolinea l’esperta. “Inoltre questi dati ogni due anni dovrebbero essere oggetto di un'analisi come quella che abbiamo presentato oggi”. In secondo luogo, secondo Terre Des Hommes è necessario dotarsi di un piano nazionale di contrasto “che si alimenti di quei dati, che ipotizzi a che punto siamo e inizi a darsi degli obiettivi pratici attraverso degli indicatori standard” come già avviene “in Paesi all’avanguardia”. Sarebbe fondamentale poter contare su una cornice sanitaria univoca: “Tutti i professionisti che si occupano di minori, dai medici agli assistenti sociali, devono avere la stessa formazione e di conseguenza lo stesso sguardo sui minori con cui lavorano”. Tutte le regioni, da Nord a Sud, “devono partire dallo stesso punto: il maltrattamento fa parte dei LEA e questo non può essere diverso a seconda della geografia”, sottolinea Giannotta. “Un bambino con il diabete viene curato sia in Liguria che in Sicilia, giusto? Ecco, purtroppo con i maltrattamenti non succede lo stesso, ma un bambino abusato è un bambino abusato ovunque, non possono più permetterci che ci siano distinzioni”.

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