Dimissioni per crescere i figli, nel 2024 oltre 18mila papà hanno lasciato lavoro: i dati
CronacaLe dimissioni si concentrano nella fascia d’età 34-44 anni, soprattutto tra chi ha un solo figlio. Le madri continuano a citare in prevalenza la difficoltà nel conciliare lavoro e cura dei figli, spesso legata alla carenza di servizi adeguati, come i nidi. Per i padri, invece, il motivo principale è il cambio di impiego
Negli ultimi due anni, sempre più padri italiani hanno lasciato il lavoro per occuparsi dei figli, un fenomeno che finora ha riguardato soprattutto le madri. Secondo i dati dell’Ispettorato nazionale del lavoro, nel biennio 2023-2024 oltre 61mila genitori si sono dimessi, di cui circa il 70% donne e il 30% uomini, pari a più di 18mila padri.
Chi lascia il lavoro?
Le dimissioni si concentrano nella fascia d’età 34-44 anni, soprattutto tra chi ha un solo figlio. Le madri continuano a citare in prevalenza la difficoltà nel conciliare lavoro e cura dei figli, spesso legata alla carenza di servizi adeguati. Per i padri, invece, il motivo principale è il cambio di impiego, ma è in crescita anche chi indica la necessità di occuparsi della prole.
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Carenza di nidi e dimissioni delle mamme
Un nodo cruciale resta la mancanza di strutture per la prima infanzia. Nonostante l’aumento del 4,5% dei posti disponibili nei nidi e nei servizi educativi per i bambini tra 0 e 3 anni, l’offerta rimane insufficiente rispetto alla domanda. Quasi il 60% delle strutture ha liste d’attesa, con percentuali ancora più alte nel settore pubblico, soprattutto al Nord. Anche nei servizi privati la situazione è critica, seppur leggermente migliore. Questa carenza strutturale contribuisce a spingere molti genitori, in particolare le donne, a rinunciare al lavoro nei primi mesi di vita del figlio, proprio quando è vietato il licenziamento, segnalando un momento particolarmente delicato per la tenuta occupazionale delle madri.