Attesa per l'incidente probatorio disposto dalla Procura di Torre Annunziata nell'ambito dell'indagine sull’incidente avvenuto lo scorso 17 aprile, nel quale quattro persone sono morte e una quinta è rimasta gravemente ferita. Tra gli indagati il presidente dell'Eav, ente gestore dell'impianto
Si concentrerà su cabina, cavo, manutenzione e sulle verifiche giornaliere, mensili, trimestrali e annuali, l'incidente probatorio disposto dalla Procura di Torre Annunziata nell'ambito dell'indagine sull’incidente avvenuto lo scorso 17 aprile alla funivia del Faito, nel quale quattro persone sono morte e una quinta è rimasta gravemente ferita. L'ufficio inquirente coordinato dal procuratore Nunzio Fragliasso ha iscritto 25 persone nel registro degli indagati in vista degli accertamenti irripetibili "a tutto tondo", che mirano a fare luce sulle cause dell'incidente: tra questi figurano il caposervizio, il direttore di esercizio, il direttore operativo centrale, il dirigente infrastrutture e anche Umberto De Gregorio, presidente dell'Eav, l'ente gestore dell'impianto. Un atto dovuto, viene sottolineato, per consentire a tutti di potersi tutelare nominando un consulente di parte.
Contestati i reati di omicidio e lesioni colpose in concorso, e le presunte "condotte omissive"
Tra i 25, anche i quattro dipendenti dell'Eav già iscritti lo scorso 22 aprile. I magistrati del pool appositamente costituito - di cui, oltre al procuratore Fragliasso, fanno parte anche il procuratore aggiunto Giovanni Cilenti e i sostituti Giuliano Schioppi e Alessandra Riccio - conferiranno l'incarico ai periti negli uffici del gip del tribunale di Torre Annunziata il 23 maggio. A tutti vengono contestati i reati di omicidio e lesioni colpose in concorso, e le presunte "condotte omissive" relative "alle attività di progettazione, manutenzione, controllo verifica, vigilanza, ispezione" dell'impianto.
Le attestazioni di mancata criticità sotto la lente degli inquirenti
A 14 dei 25 indagati viene anche contestato di avere attestato l'assenza di criticità e/o di problematiche nell'impianto dove si è verificato l'incidente prima dell'apertura, lo scorso 10 aprile, consentendone il proseguimento dell'esercizio fino al giorno del disastro. Oltre ai dipendenti dell'Eav risultano indagati tecnici e funzionari dell'Ansfisa (l'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali) che hanno effettuato i controlli alla funivia, referenti della Franz Part & co che si sono occupati della manutenzione e del rifacimento delle "teste fuse", le estremità dei cavi, una delle quali è stata rintracciata e sequestrata qualche giorno fa. Proprio la "testa fusa", cioè il terminale del cavo a cui era agganciata la cabina precipitata, figura tra le possibili cause dell'incidente. L'iscrizione riguarda anche alcuni dipendenti della Seis srl, società che ha eseguito i controlli e gli esami sulle funi; della ditta Lamet srl, che ha preso parte alle prove di frenata, anche quella di emergenza, e della società Sacmif srl, che hanno effettuato controlli su alcuni componenti dell'impianto, come i contrappesi e l'attacco delle teste fuse.