Caso Paganelli, indagini chiuse: quale futuro per Louis Dassilva?

La procura di Rimini ha chiuso le indagini sul caso di Pierina Paganelli e a breve potrebbe procedere con la richiesta di rinvio a giudizio per Louis Dassilva. Il 35enne senegalese è accusato dell’omicidio della pensionata 78enne, uccisa con 29 coltellate la sera del 3 ottobre 2023 nel seminterrato del palazzo di Via del Ciclamino a Rimini. A Dassilva lunedì mattina 12 maggio è stata notificata la conclusione delle indagini preliminari come unico indagato per omicidio aggravato da motivi abbietti, crudeltà nei confronti della vittima, aver commesso il fatto in orario notturno e approfittando delle condizioni di tempo e di luogo e di persona, tali da ostacolare la privata difesa, premeditazione. Lui si professa innocente Dassilva, secondo gli inquirenti avrebbe ucciso perché aveva una relazione extraconiugale con Manuela Bianchi, la nuora di Pierina Paganelli, che voleva mantenere segreta. La Paganelli stava per scoprirlo e Dassilva avrebbe agito per il timore di perdere il rapporto con l’amante e la propria stabilità familiare ed economica. L’uomo è in carcere dallo scorso luglio ma si è sempre proclamato innocente. Il 25 aprile scorso per protesta ha iniziato uno sciopero della fame e della sete. Debilitato e per il rischio di un possibile peggioramento delle sue condizioni di salute il 1° maggio Dassilva è stato ricoverato in ospedale. Il 9 maggio è stato disposto il ritorno in cella. Poco prima del suo trasferimento, l'uomo ha ricevuto la visita degli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi, che lo hanno trovato in miglioramento sotto il profilo fisico, ma ancora in condizioni psicologiche fragili. Dassilva potrebbe decidere di riprendere la protesta per ribadire la propria innocenza. La manifestazione a Rimini Per lui, diverse persone da varie parti d’Italia attraverso un tam tam nato in rete si sono date appuntamento la mattina di lunedì 12 maggio davanti al tribunale di Rimini. Con striscioni e cori hanno manifestato per chiederne la scarcerazione immediata. “Ingiustizia è fatta” e “La legge è uguale per tutti?” sono alcune delle frasi scritte nei cartelli polemici utilizzati. Uno degli organizzatori cura un canale YouTube con migliaia di utenti e con un video ha rilanciato i motivi della protesta davanti al Palazzo di Giustizia: “Leggevo da molto tempo commenti di persone che chiedevano di promuovere una manifestazione di solidarietà come questa. L’abbiamo fatta.” Il sit-in ha coinvolto qualche decina di manifestanti che si è formata un’opinione di innocenza su Dassilva dopo aver seguito per mesi il dibattito sui media. La moglie di Dassilva si astiene da ulteriori dichiarazioni Nel frattempo la moglie di Dassilva, Valeria Bartolucci "in quanto moglie dell'indagato, gode del diritto di astenersi dal rendere dichiarazioni ulteriori, rispetto a quelle già fornite, in quattro diverse occasioni, rispondendo per ore agli inquirenti ed oltre all'aver fornito, spontaneamente, il proprio Dna per le comparazioni del caso, ed il proprio telefono cellulare, unitamente al computer, perché venisse effettuata la copia forense degli stessi, al fine di monitorarne i contenuti, senza che, a suo carico esistesse alcuna contestazione, manifestando, dunque, una piena collaborazione con la Procura della Repubblica di Rimini". Lo dice l'avvocato Chiara Rinaldi, che assiste la donna. "La scelta della signora Bartolucci di astenersi dal rendere ulteriori dichiarazioni in sede giudiziale - aggiunge - è perfettamente comprensibile, tenuto conto che, la stessa, da quasi un anno, vede il proprio marito detenuto, secondo lei, ingiustamente”. Tra pochi giorni un appuntamento rilevante per Dassilva. Il tribunale del Riesame di Bologna il 22 maggio dovrà decidere sulla nuova richiesta di scarcerazione avanzata dai suoi difensori. È possibile che in quella giornata possa esserci una nuova manifestazione di vicinanza nei confronti dell’uomo accusato di avere ucciso Pierina Paganelli.

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