Revenge porn, le ideatrici della campagna Sei complice: "La colpa non è mai delle vittime"

Un QRcode su finti annunci di revenge porn affissi per le strade di Roma, per puntare il dito contro chi è disposto a cliccare. "Siamo partite dall’esperienza personale di una di noi, che ne è stata vittima”, racconta Clara Vella, una delle cinque studentesse dello IED che ha lanciato la campagna di guerrilla marketing che si rivolge a chi diffonde materiale intimo senza il consenso altrui, ma anche a chi sceglie di fruirne. In Italia 14 milioni di persone hanno visualizzato contenuti privati non consensuali
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