L'uomo, fa sapere una nota del Sappe, ha dato fuoco a tutto ciò che aveva nella cella della terza sezione della casa circondariale. La salma è ora a disposizione dell'Autorità giudiziaria in ospedale, "dove era stato portato dalla polizia penitenziaria nell'estremo tentativo di salvargli la vita"
Un detenuto straniero è morto dopo avere dato fuoco "a tutto quel che aveva in cella" nel carcere di Perugia. A diffondere la notizia è il Sindacato autonomo polizia penitenziaria, con il segretario dell'Umbria Fabrizio Bonino. "L'uomo era stato spostato dal Reparto penale a quello circondariale", dove ha inscenato la "drammatica protesta che gli è costata la vita", evidenzia il sindacalista in una nota. La salma è ora a disposizione dell'Autorità giudiziaria in ospedale, "dove l'uomo era stato portato dalla polizia penitenziaria nell'estremo tentativo di salvargli la vita".
Le condizioni della terza sezione del carcere
La terza sezione del carcere dove si trovava il detenuto, sottolinea Bonino, è "da tempo al centro delle critiche sindacali per la sua fatiscenza, tanto che nel corso di una recente visita ispettiva del Sappe i vertici nazionali e regionali del sindacato avevano chiesto al Dap di valutare attentamente la possibilità di un cambio ai vertici dell'Istituto, in quanto solo attraverso una gestione più attenta e responsabile si potranno garantire condizioni di lavoro dignitose al personale e un'effettiva sicurezza all'interno della struttura". "In diversi settori dell'Istituto, e in particolare presso la Terza Sezione - prosegue la nota del sindacato -, abbiamo riscontrato importanti infiltrazioni di acqua piovana sui soffitti. Le mura di molte Sezioni risultano sporche e in alcune zone sono ancora presenti residui di escrementi umani, lanciati dai detenuti nel tentativo di colpire il personale".
Il sovraffollamento nelle carceri umbre
"Purtroppo l'accaduto era stato preannunciato in più occasioni ma potrebbe essere l'inizio di una escalation se non si interviene immediatamente" avverte anche il Garante per i detenuti dell'Umbria, l'avvocato Giuseppe Caforio. "Le carceri umbre in questo momento hanno raggiunto un livello di sovraffollamento mai avuto nella storia" spiega Caforio. "Terni a fronte di una capienza di 422 ha superato i 500 detenuti - ha aggiunto - ma anche le altre carceri hanno un sovraffollamento superiore al 30% della capienza massima". Dopo la morte del detenuto a Perugia, il Garante ha avuto "colloqui immediati" con la presidente della Regione Stefani Proietti. "Che non più tardi di sabato - spiega - avevo scritto al ministro Nordio, su mia sollecitazione, per evidenziare la gravità delle carceri umbre. Anche con la sindaca Vittoria Ferdiandi vi è stato un confronto telefonico e nelle prossime opere saranno assunte concrete iniziative".
