Esplora tutte le offerte Sky

Processo Brigate Rosse, Lauro Azzolini: "Mara Cagol gridava di non sparare"

Cronaca
©Ansa
I titoli di Sky Tg24 dell'11 marzo, edizione delle 8
NEWS
I titoli di Sky Tg24 dell'11 marzo, edizione delle 8
00:01:38 min

La moglie di Renato Curcio, fondatore della Brigate Rosse, è la militante che nel famoso scontro a fuoco con i carabinieri nell'Alessandrino perse la vita. L'altro brigatista Azzolini ha scritto che lui e la donna tentarono la fuga sulle rispettive auto, ma inutilmente: "Da qui la nostra resa"

PlayCreated with Sketch.
ascolta articolo

“C’ero quel giorno 50 anni fa alla Spiotta, un inferno che ancora oggi mi costa un tremendo sforzo emotivo condividere, al termine del quale sono morte due persone che non avrebbero dovuto morire, il padre di Bruno d’Alfonso, mi dispiace, e Mara, una donna eccezionale". Cosi, in una dichiarazione spontanea, Lauro Azzolini, nel processo in Corte d’Assise ad Alessandria per i fatti accaduti nel 1975 alla Cascina Spiotta quando nel corso di una sparatoria per la liberazione dell’imprenditore Vittorio Vallarino Gancia, morirono l’appuntato dei carabinieri Giovanni d’Alfonso e Margherita Cagol compagna di Renato Curcio. 

Azzolini: "Fu un giorno maledetto che non dimenticherò mai"

Mara e io avremmo dovuto controllare a turno l'unico viottolo di accesso alla cascina, ma d'improvviso sentimmo dei colpi forti alla porta e guardando dalla finestra ci accorgemmo della presenza di un carabiniere. A entrambi ci cadde il mondo addosso e ci prese il panico.  Raccogliemmo carte e bagagli frastornati cercando di capire come da li' uscirne. Si decise di usare le due piccole Srcm ( bombe a mano) quelle considerate di addestramento, lanciate senza mira alcuna avrebbero prodotto una esplosione tale da disorientare gli stessi carabinieri e cosi' avere lo spazio necessario per aprirci la fuga verso le nostre due auto che erano appena fuori". Dopo la situazione precipitò e una sua compagna Mara Cagol e l'appuntato Giovanni D'Alfonso rimasero morti a terra.

Approfondimento

Cascina Spiotta, a giudizio ex brigatisti Curcio, Moretti e Azzolini

Documento dell'ex Br ai pm: "Tentammo di fuggire poi la resa"       

"L'ultima immagine che ho di Mara Cagol, e che non dimenticherò mai, è di lei ancora viva che si era arresa con entrambe le braccia alzate, disarmata, e urlava di non sparare". E' quanto si legge nel documento che l'ex brigatista rosso Lauro Azzolini ha consegnato alla Procura di Torino in occasione del processo ad Alessandria dove e imputato per i fatti della Cascina Spiotta. Mara Cagol, moglie di Renato Curcio, fondatore della Brigate Rosse, è la militante che nello scontro a fuoco con i carabinieri perse la vita. Azzolini ha scritto che lui e la donna tentarono la fuga sulle rispettive auto, ma inutilmente: "Da qui la nostra resa".  

Azzolini: " Mara si era arresa con entrambe le braccia alzate"

 

"Uscito dalla mia vettura - aggiunge Azzolini - mi affiancai a Mara che era già sul prato. Notai che sanguinava da un braccio. Le chiesi se era ferita. Mi disse di sì ma che non era niente e che, se c'era ancora l'occasione, di tentare di fuggire. Risposi che avevo ancora una bomba a mano. Al suo cenno la lanciai e mi misi e correre verso il bosco convinto che Mara mi avrebbe seguito. Raggiunto il bosco mi accorsi che lei non c'era. Guardai verso il prato della cascina e l'ultima immagine di Mara, che non dimenticherò mai, è di lei ancora viva che si era arresa con entrambe le braccia alzate".  

Cronaca: i più letti