Le altre Caivano: la lotta alla mafia di Orta Nova

A Orta Nova, Comune di 16mila abitanti nel Foggiano, non esiste un teatro né un palazzetto dello sport. I più giovani assicurano spesso di voler “fuggire dopo il diploma”. I servizi di assistenza, anche per le categorie più deboli e per i cittadini stranieri, sono in larga parte in mano all’associazionismo e al terzo settore. Molti ragazzi sono esposti ogni giorno ai rischi della microcriminalità e dello spaccio. È questo il volto della “vulnerabilità sociale” che ha riconosciuto il Governo al Comune, inserendolo nel cosiddetto decreto Caivano bis. A Orta Nova, come ad altre sette aree metropolitane, sono destinati 180 milioni di euro complessivi in tre anni per accelerare “la concessione ad uso sociale di immobili pubblici” e ideare “progetti di recupero delle aree maggiormente degradate”. Ma più che di degrado, a Orta Nova, “servirebbe parlare di mafia – ripete spesso l’avvocato Eugenio Bellino - Dobbiamo chiamarla con il suo nome”. Il legale, presidente del neonato comitato “Orta Nova libera”, in un recente comunicato ha denunciato le condizioni del Comune foggiano: “Una maggioranza, forse troppo silenziosa, vive rispettando le regole, mentre una degradante minoranza la assoggetta – si legge nella nota – Di cosa stiamo parlando? Del sistema mafioso-clientelare”. “E il risultato di anni di anni di cattiva politica – ci precisa – peggiora la vivibilità, ci sono anche le strade rotte, le piazze sporche e le vie non illuminate. Questa è la situazione che ha spinto il Governo a far rientrare Orta Nova nel piano straordinario di interventi infrastrutturali e di riqualificazione sociale, denominato il modello Caivano”. Un comune già commissariato Dal 4 agosto 2023, Orta Nova è in mano a una commissione straordinaria per le “accertate forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata”, in seguito alle dimissioni dell’ex sindaco Domenico Lasorsa. Si tratta del sesto Comune sciolto per mafia in provincia di Foggia dal 2015 e l’avvocato Bellino ci suggerisce alcuni dei motivi. “In data 9 settembre 2022 con ordinanza del Questore fu disposto il divieto di celebrazione dei funerali, in forma pubblica, del figlio dell’esponente di vertice del clan ortese, questo è scritto nella relazione. In realtà, poi, il primo cittadino e il Presidente del Consiglio Comunale sono andati ai funerali, e da lì, sono partite delle indagini che hanno rilevato l’infiltrazione mafiosa nel Comune e un contesto, molto radicato, di clientelismo”. Il legale fa riferimento alle esequie di Andrea Gaeta, figlio del presunto boss Francesco Gaeta, assassinato nella notte tra il 2 e il 3 settembre 2022, per cui l’amministrazione aveva proclamato il lutto cittadino. “La causa dell’inserimento di Orta Nova nel decreto 208-2024 , però, non è questa – commenta il commissario del Comune Angelo Caccavone - Rientra infatti in una valutazione che il Governo ha fatto, tenendo conto delle problematiche dell’intera provincia di Foggia: dalla sicurezza all’insediamento informale dei migranti, alle problematiche sociali”. In altre parole, Orta Nova è “vulnerabile” a prescindere dalle infiltrazioni della criminalità organizzata. Ma di mafia non si smette mai, anche indirettamente, di parlare: “Abbiamo difficoltà anche solo a ritrovarci – commenta l’avvocato Bellino – Le piazze sono vuote, la gente non riesce a essere più unita e, in questa situazione, si radica anche il malaffare che ci ingabbia”. Progetti futuri Da mesi il commissario Angelo Caccavone si muove tra le scuole e le parrocchie. L’obiettivo è aiutare i più giovani: “Ci sono state molte occasioni di confronto, abbiamo realizzato marce sulla legalità per le strade di Orta Nova ed erano presenti un migliaio di studenti. In altre occasioni li abbiamo ospitati nel palazzo di città. Abbiamo anche istituito un presidio di pronto intervento per minori presso il Tribunale di Bari, per intercettare situazioni di disagio o vulnerabilità”. Sullo stesso solco dovrebbe agire anche il Caivano bis, che stanzia fondi per progetti culturali, educativi e sportivi che riqualifichino gli spazi comuni. Quando chiediamo, però, quali interventi chiederebbe al Governo con i soldi a disposizione, il commissario Caccavone non si sbilancia: “La definizione dei singoli interventi è ancora in fase di studio. Siamo già stati a Palazzo Chigi, confrontandoci con il sottosegretario Alfredo Mantovano e abbiamo quotidianamente interlocuzioni con lo staff del commissario Ciciliano ”. Si dovrà, dunque, attendere ancora qualche mese per capire come saranno spesi a Orta Nova i milioni del Caivano bis. L'anima di una comunità I cittadini, in compenso, hanno idee chiare su come spendere i fondi a disposizione. “Manca un teatro – denuncia Carlo Gaeta, responsabile della Pro Loco – I giovani sono molti ma spesso non sanno cosa fare e imboccano strade secondarie e criminali”. Con i ragazzi di Orta Nova, Gaeta organizza eventi ricreativi e culturali, anche se talvolta è costretto a spostarsi fuori dal centro cittadino. Per l’avvocato Bellino, invece, mancano prima di tutto un sistema adeguato di videosorveglianza, maggiore presenza delle forze dell'ordine, un impianto sportivo, un’illuminazione efficiente in tutto il Comune, parchi e luoghi d’incontro “per far giocare i nostri bambini”. Esigenze che cadono sulle spalle, perlopiù, del terzo settore: “In questi anni l’associazionismo si è mosso moltissimo, ma spesso in solitaria – commenta il legale - Le parrocchie e la misericordia e altre associazioni fanno accoglienza agli extracomunitari, inaugurando anche dopo scuola gratuiti per i loro figli. Viviamo in una comunità attenta, ma che vive come sotto a una cappa, frenata dalla mafia”. In questo contesto, il modello Caivano preoccupa molti a Orta Nova: “Ogni situazione, e anche ogni criminalità, è diversa – commenta Bellino – Orta Nova non è Caivano e sarebbe opportuno che i commissari incontrassero la popolazione e la comunità per capire quali sono i punti sensibili”. E un tavolo, i residenti lo avrebbero già convocato: “Non ci sentiamo valorizzati dalle istituzioni – racconta Carlo Gaeta - Abbiamo inviato una Pec alla presidente Meloni, al commissario Ciciliano del decreto Caivano, ai commissari di Orta Nova e al prefetto. Chiediamo solo di essere ascoltati. Ma, ad oggi, non è ancora successo”.

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