Caso Garlasco tra nuove prove e gravi errori, Nazzi: “Impronta Sempio cambia lo scenario”

Chiara Poggi è stata uccisa il 13 agosto del 2007. Questi diciotto anni sono stati scanditi da un lungo e tortuoso iter giudiziario che, otto anni e tre diverse sentenze dopo, ha portato alla condanna definitiva per Alberto Stasi, fidanzato della vittima. Ma c’è un altro nome che è sempre stato sotto agli occhi di investigatori e giudici ma al quale sembra non sia mai stato dato il giusto peso: è quello di Andrea Sempio, il 37enne amico storico del fratello della vittima e, attualmente, nuovo e unico indagato per omicidio in concorso. La riapertura del caso Garlasco, l’11 marzo 2025, ha stupito chiunque e da quel giorno è stato un susseguirsi di colpi di scena. L’ultimo ieri, 20 maggio, quando emerge che gli inquirenti hanno trovato un'impronta di Andrea Sempio vicino al corpo di Chiara, sulle scale che portano alla taverna. Che le indagini siano state fin dal primo momento caotiche e contraddittorie non è una novità. Lo sostiene anche Stefano Nazzi, giornalista del Post e autore del podcast Indagini, che “un ragionevole dubbio” nella sentenza che ha portato al carcere per Stasi l’ha sempre trovato. “Le indagini all'inizio furono fatte in maniera caotica e questo compromise tutto quello che accadde dopo”, ha detto il giornalista a Sky TG24. Le nuove indagini della Procura di Pavia confermano che gli errori ci sono stati e che le domande alle quali rispondere sono ancora tante. Ieri, 20 maggio, sono successe due cose importanti: Andrea Sempio non si è presentato all’interrogatorio e poco dopo è uscita la notizia della sua impronta. Le due cose sono collegate? Io non credo perché tanto all’interrogatorio ci si arriverà per forza di cose. La convocazione verrà ripetuta e si può arrivare anche a una convocazione coatta. Credo sia stata più da parte dei legali una prova di forza: un modo per dire che sono pronti a ribattere su tutto. Poi ormai siamo abituati al folklore che si crea attorno ai casi, con la folla fuori dalla Procura e la legale di Sempio che sui social scrive “I love you Codice Penale”. Ma poi quello che resta sono i fatti e se quell’impronta c’è, e non abbiamo motivo di credere che non sia così, cambia totalmente lo scenario. In che modo cambia? Va prima di tutto chiarita una cosa: inizialmente era girata la notizia che l’impronta era nel sangue di Chiara Poggi. Proprio Sky TG24 giustamente ha specificato che non è così e la cosa è ben diversa perché l’impronta nel sangue voleva dire che Sempio era lì al momento dell’omicidio. Quell’impronta resta complicata da spiegare proprio in quel punto e proprio vicino al corpo di Chiara ma su questo tema Andrea Sempio ripeterà quello che ha già detto in un’intervista , ovvero che lui quella casa la frequentava abitualmente e le sue tracce si possono trovare ovunque. Questa sarà la linea difensiva. Ora spetta agli inquirenti trovare la verità ma resta il fatto che questa impronta cambia la visione del caso. In tutte queste novità come si inserisce il fratello di Chiara Poggi che, in qualche modo, continua a difendere l’amico Sempio? Mettiamoci nei panni di una famiglia che ha provato un dolore di questo genere e che ha messo un punto a quella storia. Poi, dopo 18 anni, la stessa famiglia si sente dire che le cose non sono andate in quel modo. C’è una reazione anche psicologica, di rabbia probabilmente e di incredulità che nei confronti degli inquirenti gli fa chiedere: “Ma cosa state dicendo?”. Poi sui social si dice di tutto, che i Poggi nascondono qualcosa: non è così. Anzi, sono cattiverie e infamie terribili. È una reazione normale e comprensibile di chi non vorrebbe ripassare una situazione così pesante. Il caso Garlasco è stato il primo che lei ha deciso di raccontare nella sua serie podcast Indagini: era l’aprile del 2022 e lei già parlava di indagini piene di errori e domande irrisolte. Garlasco la scelsi come prima puntata proprio perché rappresentava e rappresenta tutt’ora un caso emblematico. È indubbio che all’inizio di quelle indagini fu fatta una serie di errori assolutamente naif: i carabinieri entrarono senza sovrascarpe, non usarono i guanti tant’è che è notizia proprio di ieri che una delle tracce lasciate sul muro, dove è stata trovata anche l’impronta di Sempio, era di un carabiniere, si fecero interventi sul computer di Alberto Stasi prima che venisse fatta la copia forense, non fu pesato il corpo della vittima e quindi non si arrivò mai a una determinazione certa dell’ora della morte che infatti è cambiata nel corso del tempo… Le indagini all'inizio furono fatte in maniera caotica e questo compromise tutto quello che accadde dopo. Un altro buco nelle indagini di allora riguarda anche lo stesso Andrea Sempio: il suo nome già c’era ma non fu mai approfondito. Come mai? Questo è il punto centrale di questa storia. L’andamento del processo ad Alberto Stasi è stato altalenante: ci sono state due assoluzioni, poi la Corte di Cassazione ha fatto rifare il processo e c’è stata la condanna . Quindi evidentemente gli stessi giudici si sono divisi su questa vicenda perché se era stato assolto due volte, per due volte chi doveva giudicare ha interpretato gli indizi e le prove come non sufficienti. Poi si è arrivati alla condanna quindi un ragionevole dubbio, a mio modo di vedere, c’è sempre stato. Ma il punto è che il nome di Sempio non è nuovo: lui era già stato indagato anni fa così come non è certo nuovo il dna ritrovato sotto le unghie di Chiara Poggi. Quindi la domanda è questa: perché non si approfondì l’indagine anni fa? Lei che idea si è fatto? Se è vero che i carabinieri nel 2020 mandano una nota su quell’impronta dicendo che è per loro l’impronta lasciata dall’assassino e non si va avanti nell’analisi di quell'impronta, qualcuno dovrà spiegare che cosa è successo. In questo momento le notizie escono in violazione del segreto istruttorio e ci sono ancora molti nessi da capire ma sicuramente che cosa è successo all’interno della Procura di Pavia in questi anni e perché gli inquirenti di oggi contestino totalmente il lavoro fatto dalla stessa Procura precedentemente è una cosa che avrà bisogno di spiegazioni. E a quel punto cosa succederà? Se l’indagine prosegue in questo modo cioè con la convinzione che la verità sia da un’altra parte bisognerà comunque dire che la Procura di Pavia ha avuto il coraggio di dire che c’è stato un errore e questo è già importante. Quello che succederà è troppo presto per dirlo: verosimilmente gli inquirenti, se penseranno di avere elementi sufficienti, chiederanno un rinvio a giudizio per Andrea Sempio. A quel punto, se le cose procedono in questo modo, è probabile che i legali di Alberto Stasi chiedano la revisione del processo. Dal canto loro, i magistrati che non hanno indagato su elementi che, a quanto pare, venivano segnalati dai carabinieri, dovranno spiegare le motivazioni. I tempi saranno lunghi.

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