Smartphone e concerti, una relazione complicata

Sta per iniziare la stagione dei festival musicali e concerti all'aperto, negli stadi e nei parchi, nelle piazze e nelle arene, oltre che in tutti quei luoghi carichi di arte e di storia che solo in Italia ci fregiamo di avere. Ecco, qualunque sia il genere suonato e il tipo di pubblico, c'è comunque un denominatore comune, ovvero l'immagine di centinaia se non migliaia di braccia tese che tengono gli smartphone accesi in direzione del palco o dei megascreen per riprendere il concerto. Gli smartphone sono diventati onnipresenti nella nostra società e in tutti i tipi di eventi e, quindi, anche ai concerti. Ma in molti casi sono troppi e troppo invadenti, diventando quindi un problema non solo per una parte del pubblico, soprattutto di coloro che vogliono godere il concerto guardando il palco e invece si ritrovano una barriera di schermi, ma anche per molti cantanti che al posto di ammirare i propri fan si ritrovano davanti una platea di dispositivi che copre i volti delle persone. “Metti via quel telefono e goditi il concerto!” è il grido, diventato virale sui social, di Dave Gahan dei Depeche Mode durante un'esibizione di un anno fa. Ed è solo l'ultimo di una serie di artisti che si sono lamentati in maniera esplicita dal palco contro i troppi telefoni ai concerti. Da Florence Welch a Bruno Mars, da Liberato a Adele solo per citarne alcuni. Ecco come molte band e artisti si pongono nei confronti dell'uso degli smartphone. Il divieto assoluto Ci sono quelli che hanno deciso di usare le soluzioni drastiche: non solo chiedono al pubblico di mettere spontaneamente via i cellulari, ma li vietano del tutto. Bob Dylan nei suoi tour è stato il primo ad adottare Yondr, una custodia per smartphone che ne blocca l'utilizzo durante tutta la durata del concerto. Questa soluzione estrema viene solitamente utilizzata negli show degli stand-up comedians come Louis CK, Dave Chapelle e Chris Rock per evitare che il pubblico “spoileri” sui social le battute, ma è stata adottata anche nei tour di Jack White, Alicia Keys ei Placebo. Pochi giorni fa sono arrivati in Italia la rock band svedese dei Ghost con il loro “Skeletour 2025” riempiendo peraltro il Forum di Assago, proponendo uno show altamente spettacolare e immersivo e di cui potrete vedere solo poche foto ufficiali perché anche qui i telefoni erano tutti riposti nelle custodie sigillate magneticamente di Yondr. Anche la metal band statunitense dei Tool utilizza lo stesso strumento. Le misure più soft Certo, le misure coercitive non sono mai piacevoli da proporre ai propri fan. Per molti sociologi comportamentali questo tipo di atteggiamento da parte di alcuni artisti si rivela anti-storico, perché oggi le persone vanno ai concerti per molte e differenti ragioni e finalità, quindi per molti osservatori l'opzione di togliere il telefono rappresenta una limitazione della libertà. “So che gli artisti vogliono credere di essere al centro dell'attenzione, ma non sempre sono il motivo principale per cui le persone vengono ai concerti” sostiene Andrew Mall, professore associato di musica alla Northeastern University in un suo recente white paper. Quindi sono preferibili delle soluzioni più soft come quella adottata da Cosmo durante lo scorso tour in cui all'entrata veniva apposto un adesivo sulla fotocamera dello smartphone; si tratta di una pratica piuttosto comune nei club dove si balla la musica techno, e serve a evitare che le persone riprendano altre senza consenso, magari mentre sono poco vestite, oppure alterate da sostanze. Nel caso dei concerti di Cosmo è servito semplicemente a scoraggiare le persone dal tirare fuori lo smartphone per fare video o foto; peraltro si tratta di un gesto simbolico, perché le persone non venivano cacciate se rimuovevano lo sticker. Il risultato più importante è che le persone durante il concerto ballavano e battevano le mani a tempo con la musica senza averle impegnate con gli smartphone. In particolare nei concerti e nei dj set dance la presenza degli smartphone è particolarmente invalidante e non permette di creare la giusta atmosfera ed empatia tra il palco e il pubblico. Come ha scritto recentemente il dj e producer Kaytranada sul proprio account X, in un mondo in cui tutto colgono l'attimo per la propria presenza sui social media, usare lo smartphone è diventato un modo per dimostrare il proprio apprezzamento, invece di ballare e godersi gli spettacoli come facevamo una volta. Aggiunge poi che, pur riconoscendo l'apprezzamento, trova tutto molto imbarazzante e invita a tornare ad essere come eravamo prima e “move your ass”. I complici Ci sono poi quegli artisti che hanno compreso che questo comportamento sarà difficile da debellare, e perciò non solo non lo vietano, ma lo incoraggiano: quindi progettano le scenografie in modo che la ripresa e la pubblicazione online dei video sia efficace. Ecco quindi gli schermi sviluppati in verticale di Rosalìa nel suo “Motomami tour” oppure le trovate di sincronizzazione con gli smartpone nel nuovo show di Lady Gaga o dei Coldplay, dove il pubblico con i propri smartphone diventa essi stessi parte dello spettacolo. Gli stessi Love on tour di Harry Styles o l'Eras tour di Taylor Swift ovvero tra i più grandi concerti pop degli ultimi anni sono creati per agevolare i filmati del pubblico, specialmente per le canzone più amate. Chiaramente questa tendenza finisce per essere molto frustrante per le persone che vorrebbero soltanto vedere il concerto e probabilmente nei prossimi mesi sentiremo molte polemiche su questo tema, ma magari ci troveremo di fronte ad altre situazioni inaspettate.

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