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Morte Camilla Sanvoisin, dall’autopsia nessun segno di violenza

Cronaca
Ansa (da Facebook)
I titoli di Sky Tg24 del 17 febbraio: edizione delle 13
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00:01:38 min

Il corpo della 25enne è stato trovato all’alba di giovedì 13 febbraio nella casa dove la vittima viveva con il compagno alla Giustiniana, zona nord di Roma. L’esame autoptico conferma la morte per arresto cardiocircolatorio, compatibile con l’ipotesi di overdose avanzata dagli inquirenti. Saranno però gli esami tossicologici a chiarire la causa del decesso. Il compagno indagato per il reato di morte come conseguenza di altro reato

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Non c’è nessun segno di violenza o di trauma sul corpo di Camilla Sanvoisin, la 25enne trovata morta nell'appartamento che divideva col suo compagno a Roma. La morte è avvenuta per arresto cardiocircolatorio secondo quanto emerge dai primi risultati dell'autopsia svolta oggi sul corpo della ragazza, per la quale gli inquirenti hanno ipotizzato il decesso per overdose. L'esame autoptico è stato svolto all'Istituto di medicina legale dell'Università Cattolica diretto dal professor Antonio Oliva. L’equipe medica ha effettuato anche i prelievi per gli esami tossicologici i cui risultati arriveranno entro i prossimi sessanta giorni. Intanto, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo: nel registro degli indagati compare il nome di Giacomo Celluprica, compagno della vittima, accusato del reato di morte come conseguenza di altro reato.

Le indagini

Camilla Sanvoisin era figlia del produttore televisivo Axel Egon Sanvoisin. Il suo corpo è stato trovato senza vita all’alba di giovedì 13 febbraio a casa del compagno, alla Giustiniana, zona nord della Capitale. L'ipotesi seguita dagli inquirenti è quella di una overdose o comunque un malore legato all'assunzione di stupefacenti: la morte per arresto cardiaco determinata dall’autopsia sarebbe compatibile con tale ipotesi ma saranno i risultati dei test tossicologici a chiarire se e in che quantità la ragazza abbia assunto droga la sera prima, come riferito dal compagno.

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Compagno indagato

Giacomo Celluprica, 35 anni, è al momento l’unico indagato nel caso. L’uomo è stato portato via dalla polizia dopo il ritrovamento del corpo di Camilla in quanto, nel corso di una perquisizione in casa, gli investigatori hanno trovato del metadone. Celluprica, che in un’intervista ha affermato che le fiale di metadone erano sigillate, avrebbe raccontato agli inquirenti che prima di andare a dormire lui e Camilla avevano fatto uso di eroina. In corso intanto anche le analisi sui cellulari sequestrati per ricostruire i contatti dell’uomo.

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