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Perquisizione e sequestro dei device per le attiviste Carlotta Vagnoli e Valeria Fonte

Cronaca
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“In un Paese in cui neanche le vittime di violenza riescono ad accedere al 612bis, trovo tristemente ironico che delle persone abusanti si appellino proprio a quella norma per punire chi difende gli interessi delle vittime”, scrivono sui social le scrittrici e attiviste femministe

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Le scrittrici e attiviste femministe Valeria Fonte e Carlotta Vagnoli hanno denunciato sui social di aver subito una perquisizione in casa e il sequestro di cellulari e pc nella giornata di martedì. “Ieri 28 gennaio alle 7.30 ho subito una perquisizione in casa mia da parte di sei poliziotti. Sia degli ambienti, sia personale. Mi è stato chiesto di spogliarmi, completamente, e di fare uno squat. Sono stata controllata anche fra i capelli e dentro le orecchie”, scrive Fonte in una storia dal suo profilo Instagram.

“Le ragioni di tale accanimento non riguardano in alcun modo la mia attività in strada o i miei ultimi movimenti per scovare gli adescatori nelle ‘finte case’ in affitto. Non posso specificare altro”.

 

Le ragioni delle perquisizioni e della confisca dei device elettronici non sono ancora note, ma Selvaggia Lucarelli ha scritto nella sua newsletter che Vagnoli e Fonte sarebbero indagate per stalking e diffamazione aggravata.

“L’accusa racconta una brutta storia di vessazioni nei confronti di un attivista accusato di essere un abuser, cioè un autore di un abuso”.

612bis

La stessa sorte è capitata a Carlotta Vagnoli e, stando al suo racconto sui social, anche lei durante la mattina di martedì 28 gennaio, è stata protagonista di una visita inaspettata della polizia municipale, con tanto di perquisizione e confisca dei dispositivi elettronici. “Sono collaborativa e serena per più motivi” scrive Vagnoli su Instagram, “In un Paese in cui neanche le più palesi vittime di violenza e stalking riescono ad accedere al 612bis, ovvero l’articolo del Codice penale che disciplina gli atti persecutori” continua Vagnoli “trovo tristemente ironico che delle persone abusanti si appellino proprio a quella norma per punire chi difende gli interessi delle vittime”.

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Amichettismi

Intanto sui social, più in particolare su Instagram, continuano le discussioni tra le attiviste e Selvaggia Lucarelli. “Fa sempre comodo andare contro alle femministe per un briciolo di engagement?” scrive Vagnoli. “È a tratti sconfortante guardare come giornali e giornalist* stiano strumentalizzando i fatti delle ultime ore per lucrare e dire, di fatto, niente di costruttivo per la causa” scrive invece Fonte, “Inoltre, non dipingetemi e non trattatemi, mentre scrivete di me, come fossi una beffarda truffaldina che si diverte a farsi le leggi da sola”.

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