Il Tribunale amministrativo del Lazio ha fatto marcia indietro sul testo con cui soltanto ieri aveva sospeso il Tariffario delle Prestazioni di Specialistica ambulatoriale e protesica. “Preso atto della dichiarata gravità delle conseguenze della sospensione del decreto che determinerebbero il blocco del sistema di prenotazione ed erogazione" dei servizi "con un impatto sulla salute dei pazienti", il Tribunale conferma l'udienza in camera di consiglio per il 28 gennaio
È stato revocato il decreto con cui ieri, 30 dicembre, il Tar del Lazio aveva sospeso il Tariffario delle Prestazioni di Specialistica ambulatoriale e protesica, cioè le cure e le prestazioni garantite ai cittadini dal Servizio Sanitario Nazionale. "Preso atto della dichiarata gravità delle conseguenze della sospensione del decreto che determinerebbero il blocco del sistema di prenotazione ed erogazione" dei servizi "con un impatto sulla salute dei pazienti", il Tribunale amministrativo ha quindi deciso di revocare il provvedimento, confermando però l'udienza in camera di consiglio prevista per il prossimo 28 gennaio per la trattazione collegiale del tema. L'istanza di revoca del decreto Tariffe è stata depositata dall'Avvocatura dello Stato per conto del ministero della Salute e non per conto delle parti che avevano impugnato il provvedimento governativo.
Cosa è successo
Il 30 dicembre il Tar aveva sospeso l'efficacia del decreto con cui il Ministero della Salute il 25 novembre scorso aveva emanato il Tariffario per le cure e le prestazioni garantite - gratuitamente o con il pagamento di un ticket - ovvero i Livelli essenziali di assistenza (Lea) che attendevano di partire dal 2017. Tutto era partito da un maxi-ricorso proposto da centinaia di strutture accreditate con le maggiori associazioni di categoria, che voleva evidenziare la mancata considerazione dell'andamento dei costi produttivi aggiornati e le criticità giuridiche e metodologiche del decreto. Secondo gli avvocati patrocinatori dei ricorrenti il decreto violerebbe "i principi costituzionali di efficienza e buon andamento della pubblica amministrazione” perché “le tariffe non tengono conto dell'incremento dei costi e delle difficoltà operative causate dalla pandemia e dalla crisi economica”.
Le critiche
Lo stop, si era però evidenziato da più parti, avrebbe rischiato di allungare ulteriormente i tempi per poter accedere alle nuove prestazioni, dalla Pma alla consulenza genica, dall’adroterapia all'enteroscopia con microcamera ingeribile e la radioterapia stereotassica. Da qui, il passo indietro del Tar.