Gran Sasso, i due alpinisti romagnoli sono morti per ipotermia

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I due non sono deceduti per i traumi riportati dalla caduta, ma a cause delle temperature gelide. Lo ha stabilito attraverso una ricognizione cadaverica, l'anatomopatologo della Asl di Teramo, Giuseppe Sciarra. La procura ha riconsegnato le salme ai familiari. Giovedì i funerali a Santarcangelo di Romagna

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I due alpinisti romagnoli Cristian Gualdi e Luca Perazzini, rispettivamente 48 e 42 anni, dispersi dal 22 dicembre sul Gran Sasso d'Italia e recuperati ieri mattina intorno alle 12, sono morti - come si sospettava - per ipotermia e non per i traumi riportati nello scivolamento nella Valle dell'Inferno a quota 2700 metri. Lo ha stabilito attraverso una ricognizione cadaverica, l'anatomopatologo della Asl di Teramo, Giuseppe Sciarra. Subito dopo il magistrato della procura di Teramo, Laura Colica, ha riconsegnato le salme ai familiari. Secondo le testimonianze dei soccorritori, il ragazzo più giovane, Perazzini, aveva perso un guanto e uno scarpone scivolando nel vallone. Gualdi è stato ritrovato invece completamente vestito, con sé aveva ancora la sacca con dentro il cellulare.

I funerali giovedì a Santarcangelo

Le esequie dei due amici saranno celebrate giovedì a Sant'Arcangelo di Romagna (Rimini), comune di residenza dei due alpinisti, in due diversi momenti che saranno resi noti nelle prossime ore: un funerale sarà celebrato nella parrocchia di San Vito, l'altro alla collegiata del paese. Lunedì alle 18 sarà organizzato in paese un momento di raccoglimento con il coinvolgimento della cittadinanza. Ma già questa sera si terrà una veglia al pontaccio romano di San Vito. Alle 20.30 la Società Calcio Sanvitese ha indetto un momento di preghiera per Luca e Cristian e per i loro familiari, con l'accensione di lumi.

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