Overtourism a Milano, la battaglia contro i lockbox: il Comune prepara una stretta

Cronaca
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Milano è sempre più invasa dai lockbox, cassettine di sicurezza in cui gli affittuari lasciano le chiavi a chi usufruisca di affitti brevi. Locazioni turistiche che sempre più erodono la quantità di immobili a disposizione di chi cerchi casa a lungo termine. In giro per la città è scattata la protesta contro chi sottrae sempre più case al mercato, sottoponendo le restanti a canoni di affitto insostenibili 

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I lockbox, cassette di sicurezza al cui interno sono custodite le chiavi degli appartamenti affittati sulle piattaforme (come Airbnb) sono ovunque a Milano: appese ai cancelli, sui pali della segnaletica stradale, ma anche sulle panchine. Lo spazio pubblico viene spesso utilizzato senza autorizzazione o richieste di occupazione, portando vantaggio economico a pochi privati, a scapito del decoro cittadino e del bene comune. Questa una delle perplessità sollevata da sindacati e privati cittadini, ma anche affittuari che si trovano sempre più in difficoltà a reperire un alloggio in locazione. I proprietari di casa preferiscono infatti puntare sugli affitti brevi, appartamenti da affittare per pochi giorni a prezzi elevati a turisti di passaggio o lavoratori. 

Una protesta dal basso per arginare il fenomeno dell'overtourism

Le chiavi degli appartamenti che gli host  mettono a disposizione dei turisti hanno un codice — analogico o digitale — come quello di una microcassaforte. Questo viene comunicato dai proprietari agli affittuari al momento della prenotazione. Ma presto il comune di Milano dovrebbe limitarne l'utilizzo. E intanto in città si muovono diverse proteste, quelle di chi è stufo di questa situazione. L'ultima in ordine di tempo è “Questa città non è un albergo” che ha mobilitato alcuni comitati di cittadini che hanno attaccato adesivi sulle tastiere dei lockbox nella zona dei Navigli per impedirne, simbolicamente, l’utilizzo.

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Una stretta sui lucchetti diffusi in città?

Turisti a Milano sì, dunque. Ma che vadano in albergo, dunque. I dati parlano chiaro: secondo Inside Airbnb solo seimila alloggi su quasi 25 mila alloggi censiti, sono stati affittati per almeno 60 notti l'anno. E il resto? Sottratto al mercato immobiliare delle locazioni. I cittadini mirano dunque a politiche abitative delle città e dei paesi che possano restringere gli affitti a breve termine, per proteggere gli alloggi dei residenti. Già lo scorso marzo il consigliere del Pd e presidente della commissione Sicurezza Michele Albiani aveva presentato una mozione per rimuovere i lockbox. Proposta, però,  che sottratta dalla discussione dell’aula passerà direttamente al vaglio della giunta con incluso un riferimento ad hoc all’interno del nuovo regolamento della polizia urbana che pare, dovrebbe andare verso una stretta dei lucchetti in città.

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