Femminicidio Tramontano, chiesto ergastolo per Impagnatiello. Sentenza il 25 novembre
CronacaPer l'imputato, accusato dell’omicidio della fidanzata 29enne, uccisa - incinta al settimo mese – il 27 maggio 2023, è stato chiesto anche l'isolamento diurno per 18 mesi. L'accusa: "Un bugiardo e psicopatico senza scrupoli. Nessun raptus". La difesa esclude che vi possa essere l'aggravante della premeditazione e quella della crudeltà: ha commesso "errori madornali", una "condotta grossolana posta in essere dopo l'omicidio che mal si concilia con questa immagine di scacchista, pianificatore e stratega"
Arriverà il 25 novembre - nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne - la sentenza del processo a carico di Alessandro Impagnatiello per il femminicidio della fidanzata 29enne Giulia Tramontano, uccisa - incinta al settimo mese – il 27 maggio 2023. Nell’aula della prima corte d’Assise del Tribunale di Milano oggi, 11 novembre, hanno discusso il caso i pubblici ministeri Letizia Mannella e Alessia Menegazzo, che hanno chiesto l'ergastolo e l'isolamento diurno per 18 mesi per l'imputato (definito un "bugiardo e psicopatico"). "Oggi percorreremo brevemente le tappe fondamentali di un viaggio nell'orrore", ha spiegato Menegazzo. Poi ha parlato di "un omicidio tra i più efferati", sul quale in dibattimento sono emerse "prove certe e incontrovertibili" a mostrare "una decisione lucida" e non "l'effetto di un raptus". Impagnatiello, ha aggiunto, "presenta tratti di narcisismo mortale" e un rischio di "serialità" omicida. Parola anche al legale di parte civile Giovanni Cacciapuoti e ai difensori Giulia Geradini e Samantha Barbaglia. La difesa ha escluso che vi possa essere l'aggravante della premeditazione e quella della crudeltà: Impagnatiello ha commesso "errori madornali", una "condotta grossolana posta in essere dopo l'omicidio che mal si concilia con questa immagine di scacchista, pianificatore e stratega".
Impagnatiello era capace di intendere e di volere
Impagnatiello uccise Tramontano con 37 coltellate, dopo che era venuta alla luce la relazione parallela che lo legava con un’altra ragazza. È accusato di omicidio volontario pluriaggravato (futili motivi, crudeltà, premeditazione e vincolo della convivenza), di interruzione di gravidanza non consensuale e di occultamento di cadavere. Tutte ipotesi di reato commesse mentre "era in grado di intendere e di volere", come ha stabilito la perizia psichiatrica disposta dalla Corte di Assise di Milano. Contro di lui anche la confessione dei reati, seppur non spontanea e indotta dalle prove.
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La madre di Tramontano: "Non è più tempo di bugie"
Intanto, la famiglia di Tramontano la ricorda sui social. Così ha fatto la madre, che scrive: "Cara Giulia non è più tempo di orrore, non è più tempo di bugie, di egoismo e cattiveria. Chiunque ti abbia incrociato nel percorso della vita, conserva oggi un dolce ricordo che resterà un segno indelebile nella sua anima". Anche Chiara Tramontano, sorella della vittima, le dedica un messaggio. "Non c'è giorno in cui non ci manchi. Il tuo ricordo è la nostra forza, la tua assenza il nostro silenzio più profondo. Sei parte di noi, oggi e per sempre", si legge su Instagram.
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Il femminicidio di Giulia Tramontano
Nel pomeriggio del 27 maggio 2023, Tramontano incontrò la ragazza con cui Impagnatiello aveva un’altra relazione. L'uomo, smascherato, quella sera, avrebbe poi ucciso la compagna, incinta del loro bambino. Provò più volte a dare fuoco al cadavere: prima in casa, poi in garage. Senza riuscirci, nascose la salma nell’auto e in un secondo momento, avvolta in buste di plastica, in un anfratto dietro a dei box di viale Monterosa, a 700 metri circa dalla loro casa di Senago. La confessione del delitto arrivò il 1°giugno 2023. Durante le indagini è però emerso come da tempo Impagnatiello stesse pensando all’omicidio: già nel dicembre 2022 cercava online informazioni sul veleno per topi, sostanza che poi fece effettivamente ingerire a Tramontano. Impagnatiello mentì all’altra ragazza sulla paternità del figlio in arrivo - mostrando un falso certificato sul Dna - e dopo il delitto cercò di depistare gli inquirenti, scrivendo dal telefono di Tramontano quando ormai era già morta e provando a nascondere le tracce di quanto fatto (lo mostrano ad esempio le ricerche “ceramica bruciata vasca da bagno” su Google). L'uomo aveva inoltre denunciato la scomparsa della compagna per allontanamento volontario, facendo credere - hanno spiegato i pm - che questa "soffrisse di depressione e che aveva già tentato il suicidio".