Gli inquirenti hanno sequestrato atti anche su Eni e sull'olimpionico Marcel Jacobs e il suo staff. Spiati inoltre magistrati e prefetti. Registrati incontri con "persone legate a 007 israeliani"
Continuano ad emergere dettagli sul caso dossieraggio e hacker. C'era "una cintura istituzionale" ad assicurare protezione alla banda di cyber-spie individuata intorno alla società Equalize dall'inchiesta della Procura di Milano. "Chi erano i mandanti?", si domanda intanto il presidente del Senato, Ignazio La Russa. Per ora si sa che, grazie alle relazione del presidente Pazzali, tra i clienti c'era Ilva in amministrazione straordinaria. Gli inquirenti hanno sequestrato atti anche su Eni e sull'olimpionico Marcel Jacobs e il suo staff. Spiati inoltre magistrati e prefetti. Registrati incontri con "persone legate a 007 israeliani". Coinvolta anche la giudice Raineri, ex capo di gabinetto di Raggi in Campidoglio: chiesta l'apertura di una pratica al Csm (TUTTE LE TAPPE DEL CASO).
L'intelligence israeliana, la Chiesa, la Russia
Ci sarebbe stata anche una "riunione" tra i vertici della "centrale di dossieraggio", capace di "condizionare" economia e politica, e "due uomini non identificati che rappresenterebbero un'articolazione dell'intelligence di Israele". I colloqui sono stati intercettati dagli investigatori che hanno scattato anche fotografie, e nei quali il network di cyber-spie sembrava stringere un "accordo commerciale" di scambio di informazioni riservate. Non solo la 'pista' israeliana. Ci sarebbero anche riferimenti a un "mandato" che dicono dalla Chiesa e "atti riservati di Eni" che sarebbero stati trovati negli uffici della Equalize. Una sottrazione di dati che, però, al colosso petrolifero non risulta. Non solo. Nei dialoghi alla Eqaulize ci sono riferimenti a relazioni di spionaggio e business molto ampie: il "monitoraggio degli attacchi hacker" dalla Russia, il "contrasto del finanziamento" ai mercenari della Wagner, l'individuazione "di fondi e movimenti bancari in Europa ed in Italia legati agli interessi russi" e "'colpire' un cittadino russo di nome 'Costantin'". Si ascolta Calamucci dire: "Il braccio destro di Putin (...) la Chiesa chiede quello (...) La aiutiamo la Chiesa contro la Russia o no? Ci darà un po' di roba per l'anno prossimo?". E Gallo: "Se ci paga...è stato sempre gratis!".
approfondimento
L’inchiesta dossieraggi e i dati rubati da (veri o presunti?) hacker
Ricostruzioni diverse su mail Mattarella
Intanto, dalla maxi informativa dei carabinieri del Nucleo investigativo di Varese, e dalla richiesta di custodia cautelare della Dda, emergono due ricostruzioni diverse sul caso della email del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, di cui si è parlato nei giorni scorsi. Da un lato, infatti, nell'annotazione degli investigatori si parla di un'operazione del gruppo guidato da Nunzio Samuele Calamucci per far dimettere l'ad di una società, la Linea Verde. Operazione che sarebbe passata anche dall'invio a "vari indirizzi", da un "account di posta interno all'azienda", di una serie di mail, come se partissero da un "dipendente anonimo" che voleva denunciare delle "irregolarità" all'organismo di vigilanza. Mail inviate, tra gli altri, anche, scrivono i carabinieri, all'indirizzo della "Presidenza della Repubblica ed al Presidente Sergio Mattarella". Nella richiesta di custodia cautelare, come già emerso, invece, quelle stesse intercettazioni del 13 ottobre del 2022 tra Calamucci e Carmine Gallo, l'ex superpoliziotto, fanno scrivere alla Dda che i due "lasciano intendere di aver intercettato, per il tramite di un gruppo denominato 'Campo Volo', un indirizzo email assegnato alla massima carica dello Stato, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, o comunque di essersi riusciti, sempre attraverso lo stesso gruppo, a utilizzare abusivamente o a clonare il predetto account". Gli inquirenti, da quanto si è saputo, comunque, andranno avanti nelle indagini anche su questo fronte con l'analisi di tutti i dispositivi sequestrati con arresti e perquisizioni del 25 ottobre.