Inchiesta hacker, i metodi del dossieraggio, i coinvolti, gli spiati. Ecco cosa sappiamo

Cronaca
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Introduzione

Un "gigantesco mercato di informazioni personali" e riservate acquisite il modo illecito da banche dati strategiche per l'Italia, carpite da ex appartenenti o appartenenti a polizia e Gdf, tecnici informatici e hacker per essere rivendute a clienti del mondo dell'imprenditoria, e non solo: è questo il sistema scoperchiato dall'indagine della Dda di Milano e della Dna che ha portato a una serie di arresti e perquisizioni. Anche se molti aspetti devono ancora essere chiarti, il caso ha scosso l'Italia. Ecco quello che sappiamo fino ad ora, dalle banche dati "bucate" fino ai nomi di spicco coinvolti 

Quello che devi sapere

L'inchiesta

  • Tutto è iniziato nel pomeriggio del 25 ottobre, quando i Carabinieri del nucleo Investigativo di Varese - coordinati dalla Dda di Milano - hanno eseguito 6 misure cautelari per associazione per delinquere finalizzata all'accesso abusivo a sistema informatico. Le persone coinvolte avrebbero prelevato informazioni sensibili e segrete, anche di esponenti del mondo della politica, contenute nelle banche dati strategiche nazionali, come lo Sdi, Serpico, e il sistema valutario legato alle cosiddette Sos di Bankitalia, per poi rivenderle su commissione di clienti
  • Il sistema è stato scoperchiato dall'indagine condotta dai pm Francesco De Tommasi, dall'aggiunto Alessandra Dolci e dal Procuratore Marcello Viola, in collaborazione con Antonio Ardituro della Dna, guidata da Gianni Melillo

Per approfondire:

Inchiesta hacker, il pm: "Gruppo ha contatti con mafia e servizi segreti, anche stranieri"

 

L'inchiesta

Chi è coinvolto

  • L'inchiesta ha portato agli arresti domiciliari l'ex super poliziotto Carmine Gallo, amministratore delegato della Equalize, società di investigazione privata del presidente di Fondazione Fiera Enrico Pazzali, ora indagato, Nunzio Calamucci, Massimiliano Camponovo e Giulio Cornelli, titolari o soci di aziende collegate e specializzate nella sicurezza e nell'informatica. A disporre gli arresti con braccialetto elettronico è stato il gip Fabrizio Filice che ha anche firmato un provvedimento interdittivo della sospensione dal servizio per un finanziere e un agente di polizia e ha posto sotto sequestro, oltre alla Equalize,  Mercury Advisor srls e Develope and Go srls.
  • Sotto inchiesta è finito, tra gli altri, Leonardo Maria Del Vecchio, che avrebbe chiesto e ottenuto informazioni sui fratelli per motivi di eredità e sull'allora fidanzata, modella e attrice, Jessica Michel Serfaty e il suo braccio destro Marco Talarico. E ancora indagati sono Matteo Arpe e il fratello Fabio per l'accesso abusivo alla filiale di Alessandria di banco Bpm; l'amministratore delegato di Banca Profilo Fabio Candeli - con l'istituto che guida si dicono "certi di dimostrare la loro estraneità ai fatti"- e infine anche Fulvio Pravadelli, l'ex di Publitalia e direttore generale della Veneranda Fabbrica del Duomo, che avrebbe fatto 'spiare' il cantautore Alex Britti per via della separazione da sua figlia.
  • Sul fronte committenti, oltre a studi legali e professionali anche il gruppo Erg, tramite quattro suoi manager a loro volta indagati, e la Barilla, con il responsabile della sicurezza indagato. In entrambi i casi i dati raccolti riguardano alcuni dipendenti

I report a scopo estorsivo: "Freghiamo tutta Italia"

  • Con il passare dei giorni sono emerse informazioni sempre più precise. Gli hacker erano convinti che sarebbero riusciti a "fregare" tutta Italia con la loro fabbrica di dossier, realizzati entrando nelle banche dati più importanti e usando le informazioni riservate anche "camuffandole" da "notizie giornalistiche". Report creati su commissione per soldi, ma anche "a scopo estorsivo o ricattatorio, per condizionare e influenzare all'occorrenza soprattutto i settori della politica e dell'imprenditoria". Nelle intercettazioni il "gruppo", che ruotava attorno a tre società di investigazioni, tra cui la Equalize, si vantava del fatto che, scrive il gip Fabrizio Filice, sarebbe stato "in grado di 'tenere in mano' il Paese". Nella corposa ordinanza di centinaia di pagine sono riportate le parole di Nunzio Calamucci: “Tutta Italia incul....", diceva

 

I report a scopo estorsivo: "Freghiamo tutta Italia"

Primo accesso alle banche dati nel 2022

  • Nell'ottobre 2022 la banda dei dossier, si legge negli atti, avrebbe avuto "per la prima volta" grazie "all'abilità informatica di Calamucci" la possibilità "di accedere direttamente alle banche dati protette, in particolare lo Sdi, mediante attività di hacking e senza più la necessità di accessi effettuati 'su richiesta'" da "appartenenti alle Forze dell'ordine". Negli uffici della Equalize, tra l'altro, Carmine Gallo, l'ex 'super poliziotto' ora ai domiciliari, e Calamucci, parlavano della "opportunità di continuare" a fornire ancora a Enrico Pazzali, titolare della Equalize e presidente di Fondazione Fiera Milano, "gratuitamente 'report' nella sua qualità di presidente" della società. Per il gip, inoltre, l'ex poliziotto e gli altri tre arrestati avrebbero voluto "estromettere" Pazzali, per andare avanti da soli

Gli accertamenti su Letizia Moratti

  • Nel frattempo, però, il proprietario della Equalize avrebbe chiesto a Gallo, sempre nell'ottobre 2022, anche di fare "accertamenti" su persone "vicine politicamente" a Letizia Moratti, quando era candidata alle Regionali lombarde del 2023. Per i pm, Pazzali, voleva "reperire qualche notizia" da banche dati "idonea a mettere in cattiva luce l'immagine di Letizia Moratti, favorendo così la candidatura di Attilio Fontana". Già nell'estate precedente, tra l'altro, era arrivata al maresciallo della Gdf Giuliano Schiano la richiesta di una ricerca sullo Sdi, sistema integrato delle forze dell'ordine, di dati su "un politico" che all'epoca era nel consiglio direttivo di Lombardia Migliore, lista che appoggiava l'ex sindaca ed ex ministra

I dossier su Ignazio La Russa e il figlio

  • Ci sono poi anche il Presidente del Senato Ignazio La Russa e il figlio Geronimo tra le persone finite nel mirino della rete degli hacker. Dagli atti dell'indagine della Dda milanese spunta una intercettazione del maggio 2023 in cui Pazzali, negli uffici della sua società di investigazioni, chiede ai suoi di fargli un report sulla seconda carica dello stato: "Ignazio La Russa!", "diciotto luglio. esatto, abita in..". "E metti anche un altro se c'è... eh... come si chiama l'altro figlio? Eh...Geronimo" 

Il referimento a Mattarella

  • In un'intercettazione, sempre dell'ottobre 2022 e riportata dal Corriere, Calamucci lascia intendere a Gallo "di aver intercettato, o essere riuscito a utilizzare abusivamente" se non "a clonare" un "indirizzo e-mail assegnato" al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "Ho sentito un amico, mi ha detto: 'Mi raccomando, stampatela da una stampante non riconducibile'. Gli faccio: 'Sì, guarda che noi l'abbiamo spedita a venti persone, più tre mail, una mail intestata a Mattarella con nome e cognome, che se vanno a vedere l'account è intestato al presidente della Repubblica e non vorrei che gli rompano le scatole. Lo vedono che è diverso!". Da quanto si è appreso, agli atti dell'indagine al momento esiste solo questa intercettazione che fa riferimento al presidente della Repubblica

Le ricerche su Renzi

  • E ancora, spunta il nome di Renzi. "Quello va a fare Matteo Renzi", dice 'scioccato', Carmine Gallo per le ricerche, e in una conversazione ricorda che se sullo Sdi si fanno interrogazioni sui "soggetti in vista" scatta un alert. Ma Nunzio Calamucci spiegava che l'inconveniente era stata bypassato: "I miei ragazzi sono quelli che hanno fatto l'infrastruttura e fanno la manutenzione! È quello il trucco"

Gli altri dossier

  • A ciò si aggiungono anche i dossier su Carlo Sangalli, attuale presidente di Confcommercio-Imprese per l'Italia, della Camera di commercio Milano Monza Brianza Lodi e di Confcommercio Milano tra i tanti e addirittura sull'avvocato siciliano Piero Amara, il legale imputato per una serie di procedimenti sulle vicende dell'Eni e per il caso Loggia Ungheria

Contatti con mafie e servizi segreti

  • Non solo. La presunta associazione per delinquere, al centro dell'inchiesta milanese sui dossieraggi, gode "di appoggi di alto livello, in vari ambienti, anche quello della criminalità mafiosa e quello dei servizi segreti, pure stranieri" e gli indagati "spesso promettono e si vantano di poter intervenire su indagini e processi", ha scritto negli atti il pm della Dda Francesco De Tommasi. Il gruppo ha una struttura "a grappolo": ogni "componente" e "collaboratore" ha a sua volta "contatti nelle forze dell'ordine e nelle altre pubbliche amministrazioni" con cui "reperire illecitamente dati".
  • La Procura di Milano effettuerà anche approfondimenti sulla presunta vendita di dati e informazioni sensibili verso l'estero, per verificare l'eventualità che siano finiti in altri Paesi

I 'file classificati'

  • Negli atti dell'inchiesta sui dossieraggi, si legge poi della "presenza" in una chiavetta Usb di Calamucci, "di dati che apparentemente, ad una prima analisi, risultano classificati", come un documento "formalmente riconducibile all'Aise", servizio segreto italiano per l'estero, classificato "riservato" e risalente al 2008-2009 sulle "reti del Jihad globale". I carabinieri sono riusciti ad estrapolare da remoto, nel 2023, alcuni file mentre Calamucci aveva la Usb collegata al suo pc e molti erano "riconducibili" ad un ex carabiniere indagato

 

I profitti illeciti

  • E sul fronte dei profitti? Viene calcolato in una somma superiore ai tre milioni di euro il profitto illecito incassato dagli indagati attraverso le attività di dossieraggio. Per lasocietà Equalize, centro focale della vicenda, a pochi passi dal Duomo di Milano, il profitto nel 2022, 2023, 2024, sarebbe di 2.332.074 euro, per le altre società (Mercury, Dag, Safe Harbour, Neis Agency) l'importo sarebbe minore. La cifra totale ammonterebbe quindi a poco più di tre milioni

Piantedosi: "Verifiche sugli accessi alle banche dati"

  • Dopo quanto emerso dall'inchiesta, a quanto si apprende, il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha dato mandato al capo della polizia, Vittorio Pisani, di acquisire dall'autorità giudiziaria gli atti di indagine utili per avviare verifiche "su ipotizzati accessi abusivi alle banche dati del ministero o sull'utilizzo illecito delle stesse". Su questo fronte peraltro, viene aggiunto, "sta operando al Viminale una commissione di specialisti già in precedenza istituita dal ministro anche per definire eventuali ulteriori misure e procedure a protezione delle strutture informatiche interforze"

Crosetto: “Si mina democrazia, Parlamento agisca”

  • Sul caso è intervenuto anche il ministro della Difesa Guido Crosetto: “La cosa più importante sarebbe sapere però se esiste un filo rosso che lega, magari nell'inconsapevolezza degli attori minori, tutte queste, e molte altre, raccolte informative, intrusioni illegittime, inseguimenti, pedinamenti, filmati, fotografie, registrazioni, non autorizzate e non giustificate da nulla di legale e a tutela dell'interesse pubblico”. Il ministro ha ricordato di essere stato lui a lanciare l'allarme dossier da cui è partita l'inchiesta di Perugia ed ha aggiunto: “L’abuso non è finito, come si dimostra con l'inchiesta milanese di oggi, ma continua imperterrito". Crosetto ha poi aggiunto: “Le dimensioni ormai raggiunte dai fenomeni che stanno emergendo, che per me non sono che la punta dell'iceberg di un malcostume diffusissimo, debbano portare anche il Parlamento ad una riflessione su come vada affrontato, normato ed indagato questo tema, che può gravemente minare la convivenza democratica, influenzandone uno svolgimento corretto. In molti, troppi, ne hanno goduto, in questi anni".

La reazione di Meloni

  • "Le inchieste dicono che il dossieraggio su di me è cominciato già alla fine del governo Draghi quando si capiva che sarei potuta andare al governo. Sulla vicenda mi aspetto che la magistratura vada fino in fondo, perché, nella migliore delle ipotesi, alla base di questo lavoro c'era un sistema di ricatto ed estorsione, ma nella peggiore siamo davanti al reato di eversione. Nessuno Stato di diritto può tollerare una cosa del genere", ha detto la premier Giorgia Meloni sulla vicenda, nell'ultimo libro di Bruno Vespa

Per approfondire:

Su Insider: Fratelli e coltelli, Meloni alla prova dei suoi