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Papa Francesco, la nuova enciclica Dilexit nos: "Il mondo ha smarrito il cuore"

Cronaca
©Ansa

Nella sua ultima lettera circolare, Bergoglio si dedica ad approfondire il tema dei sentimenti, partendo da quelli fanciulleschi e autobiografici per arrivare al mondo contemporaneo: "In questo mondo liquido è necessario parlare nuovamente del cuore"

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È dedicata al “Sacro Cuore” di Gesù e a “un mondo che sembra aver perso il cuore” la quarta enciclica di Papa Francesco, dal nome Dilexit Nos (“Ci ha amati”), pubblicata oggi, giovedì 24 ottobre. 

Il simbolo del cuore

Cinque capitoli, 40 pagine – tra cui sei di sole note – e 220 paragrafi: nella sua ultima lettera circolare, il pontefice sceglie “il simbolo del cuore”, usato spesso “per esprimere l’amore di Gesù”, è il tema con cui si apre il testo. “Alcuni si domandano se esso abbia un significato tuttora valido. Ma quando siamo tentati di navigare in superficie, di vivere di corsa senza sapere alla fine perché, di diventare consumisti insaziabili e schiavi degli ingranaggi di un mercato a cui non interessa il senso della nostra esistenza, abbiamo bisogno di recuperare l'importanza del cuore".

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"In questo mondo liquido bisogna parlare del cuore"

Se la parte riformista del Sinodo si attendeva un Bergoglio capace di rompere gli schemi, più vicino alle donne diacono (“Fare spazio alle donne nella Chiesa non significa dare loro un ministero”, disse a maggio alla Cbs), in realtà la scelta è caduta su un simbolo che punta ai sentimenti. “In questo mondo liquido è necessario parlare nuovamente del cuore; mirare lì dove ogni persona, di ogni categoria e condizione, fa la sua sintesi; lì dove le persone concrete hanno la fonte e la radice di tutte le altre loro forze, convinzioni, passioni, scelte".

L'infanzia, la cucina e i panzerotti

È proprio dal cuore che partono le emozioni più fanciullesche secondo Papa Francesco, di “quel momento dell’infanzia che si ricorda con tenerezza e che, malgrado il passare degli anni, continua a succedere in ogni angolo del pianeta”. Fino ad arrivare ai ricordi autobiografici: “Penso all’uso della forchetta per sigillare i bordi di quei panzerotti fatti in casa con le nostre mamme o nonne. È quel momento di apprendistato culinario, a metà strada tra il gioco e l’età adulta, in cui si assume la responsabilità del lavoro per aiutare l’altro”. 

"Nell'era dell'intelligenza artificiale..."

Il suo discorso spirituale e sentimentale si intreccia con le tematiche digitali e rivoluzionarie dell’età contemporanea. “Nell’era dell’intelligenza artificiale, non possiamo dimenticare che per salvare l’umano sono necessari la poesia e l’amore”. Fino a legarsi alla religione: “Risulta spesso un cristianesimo che ha dimenticato la tenerezza della fede, la gioia della dedizione al servizio, il fervore della missione da persona a persona, l’esser conquistati dalla bellezza di Cristo, l’emozionante gratitudine per l’amicizia che Egli offre e per il senso ultimo che dà alla vita personale”.