Matteo Messina Denaro, divieto di dimora in Sicilia per i boss fedelissimi scarcerati

Cronaca

Scarcerati lunedì 14 ottobre dalla Corte d'Appello di Palermo nonostante le condanne, per scadenza dei termini di custodia cautelare, i fiancheggiatori del boss non potranno dimorare in Sicilia nè, contestualmente, avere diritto all'espatrio

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La Corte di appello di Palermo ha applicato il divieto di dimora in Sicilia ai fedelissimi di Matteo Messina Denaro scarcerati il 14 ottobre, nonostante le condanne inflitte, per scadenza dei termini di custodia cautelare. Lo riportano i quotidiani locali. A notificare il provvedimento ai 9 fiancheggiatori del padrino di Castelvetrano sono stati i carabinieri di Trapani.

Non risulterebbe un distanziamento dei fedelissimi dalla compagine criminale

“Non risulta acquisito alcun elemento tale da far ipotizzare nei confronti degli imputati una loro presa di distanza rispetto alla compagine associativa criminale di appartenenza, ovvero una cessazione dei rapporti con essa e dal sottostante senso di appartenenza, sicché va ribadita nella specie la persistenza delle esigenze cautelari, che legittima peraltro l’applicazione di misure restrittive non detentive anche con provvedimento successivo e distinto rispetto a quello di remissione in libertà per decorrenza di termini” si legge nel provvedimento del collegio presieduto da Sergio Gulotta. 

 

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Cosa accadrà ora ai fedelissimi con il divieto di dimora in Sicilia

Il divieto di dimora e contestuale divieto di espatrio è stato disposto per i "fedelissimi" Nicola Accardo, Giuseppe Tilotta, Paolo Bongiorno, Calogero Guarino, Vincenzo La Cascia, Raffaele Urso, Andrea Valenti, Filippo Dell’Acqua, Antonino Triolo. Accolta così la richiesta del procuratore generale Lia Sava e del sostituto Carlo Marzella per nove dei dieci imputati. Avranno anche l’obbligo di non uscire da casa dalle 20 alle 8 del mattino e dovranno firmare ogni giorno in caserma. Unica eccezione per Angelo Greco che ha interamente scontato la pena.

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