È il giorno dell’ultimo saluto a Fabio, Daniela e Lorenzo, padre, madre e figlio 12enne, uccisi a coltellate dall'altro figlio e fratello 17enne, ora nel carcere minorile Beccaria accusato di omicidio volontario aggravato anche dalla premeditazione. Le esequie sono state celebrate dall'Arcivescovo Delpini. Palloncini azzurri e fiori bianchi all'ingresso della chiesa. Intanto il Tribunale per i minorenni ha autorizzato, su richiesta della difesa, il colloquio tra i nonni e il giovane autore degli omicidi
Sono stati celebrati nella chiesa di Santa Maria Nascente di Paderno Dugnano (Milano) i funerali delle tre vittime della strage familiare avvenuta nella notte tra il 31 agosto e l’1 settembre, in cui Fabio, 51 anni, Daniela, 48 anni, e il figlio Lorenzo di 12 anni, sono stati uccisi a coltellate dall'altro figlio e fratello di 17 anni, ora nel carcere minorile Beccaria accusato di omicidio volontario aggravato anche dalla premeditazione. Ad officiare le esequie è stato l'Arcivescovo di Milano Mario Delpini. Migliaia di persone hanno voluto essere presenti alla funzione. Palloncini azzurri e fiori bianchi hanno incorniciato l'ingresso e la piazza antistante. Familiari, amici, compagni di scuola, i rappresentanti delle istituzioni e gli abitanti di Paderno si sono riuniti per ricordare i tre familiari ammazzati.
Delpini: "Immagino cosa Dio ha detto a Lorenzo"
"Mi immagino che accogliendo Lorenzo il Signore Dio gli abbia detto 'perché sei qui, così giovane? Da dove vieni? Che cosa sono queste ferite? Che cosa è stato della tua vita?'". È iniziata così l'omelia dell'arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ai funerali. "Io mi immagino che Lorenzo abbia risposto 'sono qui a causa di mio fratello, il mio fratello grande, il mio fratello intelligente - ha detto Delpini - è stato lui che ha interrotto il mio incubo notturno, mentre avevo l'impressione di essere inseguito da un mostro. E mi sarei svegliato, penso, come al solito spaventato e rassicurato di essere ancora vivo ma in quella notte non mi sono svegliato, a causa di mio fratello, il mio fratello grande, il mio fratello intelligente". L'arcivescovo ha poi immaginato la risposta che Lorenzo avrebbe dato a Dio, sul significato della sua vita e di cosa sarà quella di suo fratello senza di lui. "La mia vita è stata un inizio, la mia vita è stata un sogno. Forse qualcuno dirà che la mia vita è stata un niente. Ma invece io voglio essere un inno alla vita, io voglio vivere - ha spiegato Delpini - mio fratello mi ha impedito di diventare grande e inseguire sogni, ma continuo a vivere in questa gloria della tua casa - ha aggiunto - io voglio stargli vicino sempre, io voglio consolare le sue lacrime, voglio calmare i suoi spaventi, voglio sperare con lui e per lui".
Omelia Delpini: "Incomprensibile tragedia"
"Di fronte all'incomprensibile tragedia la parola del Signore ci aiuta a decifrare l'enigma e a raccogliere da Lorenzo, Daniela, Fabio il cantico della vita e della speranza giovane di un fratello, l'intensità dell'amore misterioso di una mamma e la responsabilità della parola vera di un papà", ha detto l'arcivescovo Delpini, che ha immaginato l'incontro tra Dio e le tre vittime. Ha parlato delle ipotetiche parole di Fabio: "Non ho potuto, non ho voluto difendermi, pur essendo forte non ho usato la forza - ha detto - lo spettacolo era troppo assurdo, troppo sbagliato, troppo, troppo insanguinato. Ma poi subito la vista si è oscurata, l'assurdo è scomparso e sei apparso tu, Signore Dio".
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L'incontro tra il 17enne e i nonni
Ieri intanto il Tribunale per i minorenni di Milano ha autorizzato, su richiesta della difesa, l'incontro tra i nonni e il 17enne responsabile della strage. Nei giorni scorsi, il legale del ragazzo, l'avvocato Amedeo Rizza, ha chiesto il permesso per l'incontro, dopo che sia il 17enne che i nonni, così come gli altri familiari, hanno manifestato la loro disponibilità ad avere un colloquio. Ieri è arrivata l'autorizzazione e poi dovrà essere fissata la data dell'incontro. I nonni e gli zii hanno più volte ripetuto che, malgrado ciò che è successo, non abbandoneranno mai il 17enne e lo aiuteranno nel suo percorso giudiziario. La difesa, intanto, lavora ad una consulenza psichiatrica affidata ad un esperto per una successiva richiesta di perizia, affinché venga accertato se al momento dei fatti il giovane avesse o meno un vizio di mente. E sempre la difesa punta nel procedimento a far cadere l'aggravante della premeditazione, contestata dalla procuratrice facente funzione per i minori di Milano, Sabrina Ditaranto, e dalla pm Elisa Salatino e poi riconosciuta dalla gip Laura Pietrasanta.