Omicidio Sharon Verzeni, interrogati sorella, fratello e cognato della ragazza uccisa

Cronaca
Ansa/Ipa

I tre sono stati ascoltati per 6 ore in caserma come persone informate sui fatti. Intanto Sergio Ruocco, il fidanzato della 33enne uccisa a Terno d'Isola, in un’intervista dice: "Volevamo un bambino. Perché tutto questo è dovuto succedere proprio a noi? Nella nostra vita non c'era nulla di strano. Se serve sono pronto a nuovi interrogatori". Al vaglio del Ris 40 campioni di Dna, proseguono gli accertamenti su ben oltre cento ore di riprese video di una cinquantina di telecamere della zona

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I carabinieri di Bergamo hanno ascoltato in caserma questo pomeriggio la sorella, il cognato e il fratello di Sharon Verzeni, la donna di 33 anni uccisa a coltellate per strada esattamente tre settimane fa, nella notte tra il 29 e il 30 luglio scorsi, mentre passeggiava in via Castegnate a Terno d'Isola. I tre familiari sono giunti al comando provinciale di via delle Valli intorno alle 14.30, senza avvocato, per essere ascoltati come persone informate sui fatti. L’audizione di Christopher e Melody, il fratello e la sorella di Sharon, oltre che quella del marito di Melody, è durata circa 6 ore. I parenti avrebbero fornito parecchie informazioni sulla vita della ragazza. Dettagli che riguarderebbero anche il rapporto con il fidanzato, Sergio Ruocco, che nei giorni scorsi era stato ascoltato per cinque ore, insieme al padre, Mario. Ruocco era già stato sentito anche nell'immediatezza del delitto: il suo alibi - che si trovava a casa al momento dell'omicidio - è stato confermato. Ora i nuovi interrogatori, probabilmente per capire se ci siano sfaccettature o elementi non ancora emersi. 

Le parole del compagno

Intanto proprio Sergio Ruocco, in un’intervista a La Repubblica, dice: "Come vuole che stia, non faccio che chiedermi: perché è successo proprio a noi?". L’uomo in merito agli interrogatori dice: "Abbiamo parlato della nostra vita, delle nostre poche amicizie. Io lo spero che mi chiamino. Se serve a dare una mano, certo che vado. Avrei preferito andarci già ieri, e ci andrei pure oggi".

Il compagno: "Volevamo un figlio, non capisco perché è capitato a noi"

Parlando del killer, Ruocco dice: "Spero che prendano questa persona. Ma non ho idea di chi possa essere. Se lo sapessi, andrei dritto dai carabinieri. Non riesco a capire, voglio sapere". Ora vive a casa dei genitori della ragazza "perché almeno stiamo insieme, ci diamo supporto in un momento così difficile. Spero che lo prendano, è una persona che non merita di stare in giro, perché non sai cosa può fare ad altri. Non voglio chiamarla rabbia. Mi dà fastidio il fatto che speravo ci volesse meno tempo per prendere il responsabile". La sera tra il 29 e il 30 luglio Sharon Verzeni è uscita a passeggiare e lui è rimasto a casa: "Non riesco a ripensare a quella sera... preferirei davvero non ricordarla. Sharon è uscita tardi, non so perché, forse perché a quell'ora faceva meno caldo. Ma se avessi saputo le avrei detto: 'Aspetta, non uscire'. Non riesco ancora a realizzare che non avremo più una vita assieme, dopo oltre tredici anni". La villetta è sotto sequestro: "Se hanno ancora da fare all'interno, è giusto che i carabinieri facciano quello che devono. I carabinieri stanno facendo il loro lavoro. Poi, certo, spero qualcuno abbia il coraggio di dire qualcosa". "Faccio l'idraulico. Lunedì prossimo torno al mio posto di lavoro. Io non ci credo ancora al fatto di non svegliarmi più alla mattina con lei - conclude - Mi dà fastidio pensare che non potremo più sposarci, che non potremo avere un figlio. Volevamo un bambino. Uno sicuro, forse di più. Non faccio che chiedermi: perché tutto questo è dovuto succedere proprio a noi? Non riesco a capire il motivo. Nella nostra vita non c'era nulla di strano".

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I campioni di Dna

Intanto proseguono le indagini. Sono circa 40, al momento, i campioni di Dna prelevati dagli inquirenti che indagano sull'omicidio di Sharon Verzeni. Si tratta di profili genetici di familiari, abitanti della zona e soccorritori, prelevati anche per consentire un'attività eventuale di esclusione di tracce di Dna che non si rivelassero di importanza per le indagini. Tutti i campioni vengono analizzati dai carabinieri del Ris con le tracce che potrebbero essere riscontrate sui vestiti della vittima, sui campioni prelevati durante l'autopsia e su alcuni coltelli recuperati nella prima fase delle indagini.

La persona in bicicletta

Contestualmente i carabinieri del Ros continuano invece con gli accertamenti su ben oltre cento ore di riprese video di una cinquantina di telecamere della zona. Resta intanto ignota l'identità di un soggetto in bicicletta che è stato ripreso proprio da una delle telecamere di via Castegnate, dov'è avvenuto il delitto, dieci minuti prima dell'una di notte tra lunedì e martedì di tre settimane fa: le immagini sono di pessima qualità e i carabinieri non hanno ancora neppure potuto stabilire se si tratti di un uomo o di una donna. Parrebbe comunque procedere nella direzione opposta rispetto a Sharon Verzeni e probabilmente non c'entra nulla con l’omicidio, ma la speranza è che possa aver visto qualcosa di utile.

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Tutte le ipotesi ancora al vaglio

Per ora le indagini non hanno portato a nulla di concreto: al momento non è nemmeno chiaro se Sharon sia stata uccisa per caso da uno squilibrato, oppure da qualcuno che voleva colpire proprio lei. E se l'omicida sia uomo o donna. La vita della donna sembra senza ombre: il lavoro al bar Vanilla di Brembate, la lettura di qualche libro nel tempo libero, la convivenza con Sergio Ruocco, le passeggiate serali per ovviare al caldo e per seguire le indicazioni del dietologo per dimagrire prima di scegliere il vestito da sposa e, di recente, l'avvicinamento a un gruppo di Scientology consigliatole dalle colleghe del bar. Poche amicizie, poche frequentazioni, pochi contatti anche nel cellulare, la cui copia forense è al vaglio degli inquirenti. Non ci sarebbero però chiamate o messaggio fatti o ricevuti mentre Sharon passeggiava.

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