Le persone coinvolte sono accusate a vario titolo di tortura, lesioni, falso in atto pubblico e abuso del ruolo, per presunti maltrattamenti nei confronti di indagati trattenuti in loro custodia, tossicodipendenti o stranieri senza fissa dimora
Chiuse le indagini nei confronti di 18 agenti della Questura di Verona accusati a vario titolo di tortura, lesioni, falso in atto pubblico e abuso del ruolo, per presunti maltrattamenti nei confronti di indagati trattenuti in loro custodia, tossicodipendenti o stranieri senza fissa dimora. Il reato più grave resta la tortura contestata a cinque agenti tra cui uno non più in servizio. Loris Colpini e Alessandro Migliore sono già a processo con giudizio immediato. (IL PROCESSO: CASERMA LEVANTE - RIAPERTURA CASERMA LEVANTE)
Fine indagine
Come riporta il quotidiano l’Arena, i pm hanno chiesto il processo per 18 agenti e hanno dunque stralciato le posizioni di altri sette originariamente coinvolti dall’indagine. I fatti contestati risalgono al 2022 e quello di oggi è l'esito finale dell'indagine che nel giugno 2023 ha portato all'arresto di cinque poliziotti, riconosciuti come il gruppo responsabile dei pestaggi in Questura, e al coinvolgimento di altri 17 che avrebbero "chiuso gli occhi" di fronte alle violenze.
I sostituti procuratori Carlo Boranga e Chiara Bisso hanno escluso dall'elenco Federico Tomaselli, la cui posizione, come quella di un altro collega, è mutata e preluderebbe all'archiviazione. Tra gli indagati per tortura vi sono Filippo Failla Rifici, Roberto Da Rold e D.B. (non più in servizio); altri due indagati, Loris Colpini e Alessandro Migliore, sono sotto processo con giudizio immediato.
approfondimento
Torture in questura a Verona
Uso ingiustificato della forza
Per l’accusa, le persone fermate e poi condotte in Questura sarebbero state sottoposte a comportamenti degradanti come botte e umiliazioni oltre all’uso non giustificato della forza.