Introduzione
Il governo ha incaricato Enrico Caterino, già prefetto di Rovigo, di elaborare un piano che porti alla diminuzione nelle acque italiane, soprattutto quelle del litorale adriatico, della specie aliena che sta continuando a uccidere le coltivazioni di vongole nostrane. Per farlo ha a disposizione 10 milioni di euro, che si aggiungono ai 15 già previsti dal Decreto Agricoltura. A breve nascerà una struttura ad hoc presso il ministero dell'Ambiente.
Mentre il ministro dell'Agricoltura Lollobrigida invoca una strategia europea per fermare la diffusione del granchio blu, si pensa anche a puntare sulla filiera di trasformazione e commercializzazione del prodotto all'estero
Quello che devi sapere
Emergenza granchio blu, Enrico Caterino commissario straordinario
- In Italia è ancora emergenza granchio blu e il governo ha deciso di prendere misure più incisive. Dovrà pensarci Enrico Caterino (in foto), già prefetto di Rovigo, nominato commissario straordinario per il granchio blu. Ha il compito di mettere su un piano che porti alla diminuzione nelle acque italiane, soprattutto quelle del litorale adriatico, di questa specie aliena (oltre che alla protezione degli impianti di allevamento e acquacoltura da Chioggia in giù). Sarà affiancato da un vice ancora da individuare. Intanto da Roma si alza un appello per una risposta coordinata a livello europeo
Per approfondire:
Granchio blu, commissario straordinario per l'emergenza è Enrico Caterino
Una struttura ad hoc contro il granchio blu
- Caterino è incaricato di creare una struttura ad hoc, che avrà sede al Ministero dell'Ambiente, e di elaborare un Piano d'intervento che potrà contare su uno stanziamento di partenza di 10 milioni di euro, a cui vanno sommati gli ulteriori 15 milioni di euro già previsti nel Decreto Agricoltura. Ma dal governo promettono che se serviranno ulteriori finanziamenti "non ci si tirerà indietro"
“Granchio blu rischia di compromettere ecosistema marino”
- Il granchio blu, originario delle coste atlantiche e sbarcato nel Mediterraneo intorno al 2020, "ha compromesso alcune attività economiche e soprattutto rischia di compromettere l'intero ecosistema marino senza misure strategiche", ha detto il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. Con la nuova figura del commissario ci sarà "un salto di qualità" nel tentativo di contenere i danni, specie alle coltivazioni di vongole nostrane. Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida ha poi sottolineato come Caterino, reduce anche dall’esperienza di commissario di Torre Annunziata, si è già dimostrato “un grande servitore dello Stato” e come la sua nomina sia “stata condivisa in grande sintonia" tra il ministero dell'Agricoltura e quello dell'Ambiente
Si parte dall’Alto Adriatico
- Caterino ha spiegato come inizialmente si concentrerà sull’Alto Adriatico, ma che “non ci focalizzeremo solo su Goro e Chioggia, che è stato l'epicentro dell'emergenza”. L’obiettivo finale è “riuscire a monitorare il tutto per controllare il proliferare di questa specie aliena", coinvolgendo tutti i territori interessati e “dialogando e confrontandosi col settore ittico e dell'acquacoltura e coi centri di ricerca"
I numeri dell’emergenza
- Legacoop Agroalimentare ricorda che da marzo a fine luglio di quest’anno sono stati smaltiti 403mila chili di granchio blu. Una quantità troppo alta: già a luglio 2023 Confcooperative Fedagripesca denunciava che i pescatori spendevano 100mila euro al giorno per smaltire i granchi e mettere in salvo le loro produzioni
Le richieste di Lega Coop Agroalimentare
- L’Alleanza delle Cooperative Italiane Agroalimentari, pur esprimendo soddisfazione per la nomina del commissario, si augura che “vengano individuati dei sub commissari per le diverse regioni maggiormente coinvolte, questo per poter cogliere al meglio le diverse peculiarità delle varie realtà". Per i produttori la prima cosa da fare è assicurare risorse per continuare a raccogliere e smaltire la trentina di tonnellate di granchi che quotidianamente vengono tolti dall'acqua
“Produzione di vongola verace a -90% sul 2022/2023”
- Bisogna fare in fretta, anche perché - a un anno esatto dalle prime misure previste dal governo - per l'Alleanza "la situazione purtroppo è ancora drammatica dal punto di vista ambientale oltre che sociale ed economico: è stato stimato un calo di produzione della vongola verace intorno al 90% rispetto al 2022/2023”
Puntare sulla filiera di trasformazione del prodotto
- Per Coldiretti Pesca, visto che i danni alle imprese hanno ormai superato i 100 milioni di euro, è necessario “snellire i tempi per liquidare le aziende in modo da ripristinare una situazione di normalità e la ripresa dell'attività produttiva dei nostri pescatori". Federpesca dal canto suo definisce "fondamentale” lavorare per “costruire una filiera commerciale di trasformazione del prodotto in grado di svilupparsi e competere nel mercato"
Lollobrigida: "Verso le esportazioni all'estero"
- Lo stesso ha ventilato il ministro Lollobrigida: “È prevedibile il coinvolgimento di altri ministeri per la fase di trasformazione industriale e commercializzazione all'estero dove, come è noto, esiste già una differenza di apprezzamento. Penso ai mercati oltreoceano ma anche alla Tunisia dove il 21% dell'export ittico è di granchio blu". Il ministro si dice consapevole che "l'attivazione delle esportazioni italiane, specie in Paesi terzi, richiede tempi e anche il sistema di trasformazione va adeguato". Ma ci sono già passi evidenti: "Lo scorso anno alla fiera di settore a Barcellona c'era solo una start up romagnola, quest'anno non c'era un esportatore italiano senza un sottoprodotto a base di granchio blu. Se ci sarà una creazione di filiere noi garantiremo una campagna di promozione in modo da far salire la domanda di granchio blu pescato in Italia, anche da parte del mercato interno"
Uila Pesca: “Crisi del settore è profonda e ha più ragioni"
- Da Uila Pesca si alza comunque una richiesta di aiuto per il settore che va al di là del granchio blu. "I pescatori - spiega la segretaria generale Maria Laurenza - vivono un momento di crisi prolungata dovuta ad una serie di fattori che vanno dai cambiamenti climatici alle politiche europee penalizzanti alla falsa narrazione che li vede come unici responsabili del declino degli ecosistemi marini, mentre sono altri i fattori che incidono sullo spopolamento delle specie ittiche, come dimostrato anche dall'emergenza del granchio blu". Per eradicare specie dannose - precisa Laurenza – “è necessario mettere in atto strategie che coinvolgano diversi paesi senza tenere conto dei confini geografici. Al tempo stesso, occorre una visione di lungo periodo che non intervenga solo sulle emergenze, ma a sottrarre la pesca al suo ruolo di 'cenerentola' del settore agroalimentare, valorizzandola come attività determinante per l'economia"
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