Vieste, incendio nel bosco della Baia San Felice: fiamme domate. VIDEO

Cronaca

Le fiamme si sono sviluppate in una zona impervia e spinte dal forte vento avanzano verso una struttura ricettiva che ospita oltre mille persone: 600 sono stati evacuati. Si ipotizza l'origine dolosa: indagini del reparto carabinieri parco nazionale Gargano

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Sono circa 600 gli ospiti della struttura Baia dei campi evacuati dopo l'incendio divampato lungo il bosco sovrastante baia San Felice, a Vieste, nel Foggiano. Circa la metà degli evacuati, come conferma il sindaco Giuseppe Nobiletti, è andato via mentre altri hanno trovato alloggio presso strutture ricettive e nella palestra messa a disposizione dall'amministrazione comunale. È probabile - conferma il primo cittadino - che già in serata i turisti possano fare rientro a Baia dei campi, considerato che le fiamme sono state quasi del tutto domate e i vigili del fuoco stanno provvedendo alle ultime rifiniture. Nel corso della prossima ora ci sarà un sopralluogo nella struttura evacuata per verificare la possibilità di rientro degli ospiti.  Il rogo si è sviluppato in una zona impervia e spinto dal forte vento avanzava verso la struttura ricettiva.

Il sindaco: "Situazione sotto controllo"

"Ha lambito la struttura turistica ma non ci sono stati danni a cose o persone. E' stata evacuata in tempo. Il patrimonio vegetale andato distrutto è di circa 50/60 ettari, molto meno dell'estensione del rogo dell'anno scorso", ha spiegato il sindaco di Vieste e presidente della Provincia di Foggia, Giuseppe Nobiletti. "La situazione adesso è sotto controllo - spiega - e tra poco dovrebbero iniziare con la bonifica da terra. Anche l'intervento aereo dovrebbe terminare perché, per fortuna, il rogo è sotto controllo. La struttura turistica è stata evacuata anzi tempo, senza panico", continua Nobiletti. "Nessun danno alle strutture murarie. Per evitare che si riattizzi i volontari sono tutti qui ancora impegnati". 

 

Cresce l'ipotesi di un incendio di origine dolosa

Intanto, si fa sempre più strada l'ipotesi che il vasto incendio abbia un'origine dolosa. Lo conferma il tenente colonnello Giuliano Palomba comandante del reparto carabinieri parco nazionale del Gargano e dell'Alta Murgia che sta coordinando l'indagine. "Abbiamo individuato già da questa mattina l'origine dell'incendio e provveduto a sequestrare degli oggetti che fanno supporre l'origine dolosa delle fiamme". "Abbiamo comunicato tutto ciò che abbiamo rintracciato alla magistratura. Da giorni seguivamo delle tracce che ci hanno condotto a due filoni investigativi su cui ci stiamo concentrando".  Il primo cittadino ribadisce che negli ultimi due giorni si erano verificati altrettanti tentativi. "Credo che sia doloso - conferma - ci avevano provato ieri e l'altro ieri ad accendere il fuoco ma è stato possibile intervenire e a spegnerlo in tempo. Oggi hanno attuato una manovra diversiva appiccandolo prima da una parte e in modo concomitante da un'altra parte. Il vento era molto più forte dei giorni scorsi e non è stato possibile impedirne la diffusione". Il sindaco ci tiene a sottolineare "che, come sempre, la solidarietà degli operatori turistici di Vieste è stata fondamentale per accogliere le persone evacuate e poi l'opera preziosa delle forze dell'ordine e dei volontari". 

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Chiusa la provinciale 53

A causa delle fiamme, è stata disposta anche la chiusura della strada provinciale 53, la litoranea che collega Mattinata a Vieste. Il centro garganico può essere comunque raggiunto attraverso la strada interna, detta della Montagna. Sul posto sono al lavoro anche due canadair della flotta aerea dello stato per il contrasto agli incendi boschivi. e un elicottero dei vigili del fuoco oltre ai mezzi impegnati da terra. Potrebbe essere riaperta nelle prossime ore.

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Incendio nello stesso giorno del rogo doloso di Peschici che fece tre vittime

L'incendio è divampato nello stesso in giorno in cui, il 24 luglio del 2007, fu appiccato il rogo che distrusse migliaia di ettari di vegetazione tra Peschici e Vieste, alle pendici del Gargano. Quell'incendio provocò tre vittime e danni a migliaia di turisti, che furono messi in salvo anche via mare. Nel momento in cui si prigionarono le fiamme la costa di Peschici era affollata di turisti. E proprio in spiaggia ci furono scene di terrore, con migliaia di bagnanti in fuga dal fumo via mare, raccolti dalle navi delle capitanerie di porto e da soccorritori improvvisati: privati e pescatori che fecero la spola per portare la gente in salvo. Non riuscicono a sfuggire alle fiamme gli anziani fratelli Carmela e Romano Fasanella, di 81 e 71 anni, che morirono carbonizzati, e Domenico De Nittis, di 60 anni, deceduto tre giorni dopo a causa delle gravi ustioni riportate sul 60% del corpo. De Nittis, sposato e padre di tre figli, tentò invano di difendere dalle fiamme il suo punto vendita di oggetti in ceramica, sulla provinciale Peschici-Vieste. Nella zona l'allarme scattò poco dopo le 10, quando le fiamme cominciarono a lambire le prime strutture turistiche (la zona è piena di camping). Pian piano il fuoco si estese, alimentato dal forte grecale, e si scatenò l'inferno. Campeggi distrutti, centinaia di auto in cenere, fumo asfissiante, gente in fuga in costume da bagno. Oltre 300 persone furono medicate, molte delle quali rimaste intossicate dal fumo o in preda a crisi di panico. Complessivamente furono circa 3.000 le persone evacuate.

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