Ai domiciliari anche un imprenditore, Ennio De Vellis. Sotto indagine un dirigente del Mit, Lorenzo Quinzi, capo del dipartimento per gli affari generali e la digitalizzazione. In corso perquisizioni a carico di 22 persone e di vari uffici dello Stato. L'inchiesta porterebbe a traffici di appalti anche in Vaticano
Un’inchiesta del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Milano e del pm milanese Paolo Storari ha portato agli arresti domiciliari di Oreste Liporace, comandante dei carabinieri del secondo reggimento allievi, marescialli, brigadieri di Velletri (Roma), per corruzione, turbativa e false fatture. I reati riguardano un appalto da quasi 700mila euro per servizi di pulizia della caserma affidato, fino al 2021, all'impresa Fabbro spa. Nell’ambito della stessa inchiesta è finito ai domiciliari anche Ennio De Vellis, imprenditore vicino a Liporace e ai fratelli Massimiliano e William Fabbro della Fabbro spa – indagati anch’essi – mentre sarebbe indagato per turbata libertà degli incanti Lorenzo Quinzi, capo del dipartimento per gli affari generali e la digitalizzazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Sono in corso perquisizioni a carico di 22 persone e di uffici dell'Avvocatura Generale dello Stato, del Mit, del Centro Alti Studi Difesa, del Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche per il Lazio, Abruzzo e Sardegna.
Corrotto con borse di lusso e biglietti per la Scala
Nell’ordinanza del gip Domenico Santoro si legge che il generale Oreste Liporace sarebbe stato corrotto con 22mila euro, borse di lusso, noleggi auto, biglietti per lo stadio Olimpico e per la Scala di Milano. L’indagine parte da un’altra inchiesta precedente, sempre per corruzione, che a Milano aveva portato all'arresto di Massimo Hallecker, dipendente di Fiera Milano spa, inchiesta scattata proprio dalla denuncia della società. Le figure dei fratelli della Fabbro spa erano emerse nel 2022, poi connesse al generale Liporace attraverso una “relazione” documentata anche da "chat" ora in mano agli inquirenti.
Indagato un dirigente del Mit
Il nome del capo del dipartimento affari generali e digitalizzazione del Mit, Lorenzo Quinzi, emerge dagli atti dell’inchiesta. Nella nota del procuratore Marcello Viola si legge che oltre all’esecuzione di misure cautelari di arresti domiciliari per Ennio De Vellis e il generale Oreste Liporace – indagati entrambi "per i reati di traffico di influenze illecite, emissione di fatture per operazioni inesistenti, corruzione e turbata libertà degli incanti" –, sono indagati “in stato di libertà” anche “altri imprenditori, funzionari e dirigenti pubblici di Amministrazioni centrali dello Stato”. Le indagini si sono "concentrate su illecite assegnazioni di fondi e appalti pubblici in cambio di denaro e altre utilità, nonché mediante la concertazione dei soggetti economici fittiziamente partecipanti alle procedure di gara". Sono in corso "perquisizioni e acquisizioni di atti in varie province d'Italia, presso enti pubblici, persone fisiche e società a vario titolo coinvolte nelle vicende oggetto di approfondimento giudiziario".
Traffico di appalti in Vaticano
L’inchiesta milanese della Gdf e del pm Storari sta approfondendo anche un presunto traffico di influenze illecite in relazione alla "promessa", non "concretizzata", di "far ottenere" alle società del gruppo Fabbro, nel 2022, "appalti all'interno del Vaticano", ma anche uno gestito dai Frati Francescani. E su "un appalto triennale" nel 2020 da 15 milioni di euro "per il servizio di ristorazione presso alcune sedi della presidenza del Consiglio dei Ministri", "effettivamente ottenuto" dalle società dei fratelli Fabbro.