Famiglie del Pride, storie di ragazzi transgender e dei loro genitori

Cronaca
Ludovica Passeri

Ludovica Passeri

L'associazione Agedo sostiene da oltre trent'anni le famiglie di ragazzi LGBTQ+ prima e dopo il coming out. Allo sportello di accoglienza si presentano sempre più mamme e papà di giovani persone trans

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“Quando fai coming out è importante avere anche solo una persona vicina, perché è un momento in cui ti senti perso e in un certo senso rinasci. Al momento della nascita si è sempre in due, no?”, racconta a Sky TG24 Alexein Aghib, 21 anni. Nel 2018 ha detto alla sua famiglia di voler intraprendere un percorso di affermazione di genere per essere riconosciuto finalmente come un uomo. La presenza di sua madre Andrea Pigey è stata fondamentale. “Dopo il suo coming out, mi sono sentita sollevata perché avevo finalmente una conferma e una risposta ai miei dubbi sulla sua sofferenza”. Andrea per sostenere al meglio Alexein si è rivolta ad Agedo, un’associazione nata negli anni Novanta per dare supporto alle famiglie dei ragazzi LGBTQ+ prima e dopo il coming out e per essere al loro fianco nella difesa dei diritti civili. Negli ultimi anni Agedo si è trovata ad accogliere sempre più genitori di giovani persone transgender e non binarie.

 

Alexein e Andrea

“Cercando su Internet e trovando Agedo Milano, ho potuto rivolgermi ad altri genitori che avevano vissuto la stessa esperienza. Ai tempi sentii la necessità di parlare con qualcuno che conoscesse quello che stavo provando. Ora restituisco l’aiuto che ho ricevuto. Facciamo una prima accoglienza tra genitore e genitore, ascoltiamo la storia dei nuovi arrivati e condividiamo la nostra". Andrea oggi è volontaria di Agedo e ogni mese prende parte ai gruppi di auto mutuo aiuto dedicati ai genitori che, a seguito del coming out dei propri figli, vogliono confrontarsi con chi ha già vissuto la stessa esperienza ed ha superato la fase di iniziale smarrimento. Quella dell’auto mutuo aiuto è una pratica riconosciuta per il suo impatto sociale dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ed è focalizzata sul recupero del benessere psico-fisico delle persone. Il target dell’associazione è rappresentato da quei genitori che non riescono a reagire al coming out per fattori culturali ed ambientali che ostacolano il percorso di comprensione.


La situazione in Italia

“Io sono stato fortunato. Conosco persone che sono state cacciate di casa o sono dovute scappare. Ai miei coetanei non dico di fare coming out in famiglia a tutti i costi, perché, se l’ambiente non è sicuro, i rischi sono troppo grandi. L’associazionismo resta una risorsa fondamentale per sottrarsi a situazioni tossiche“, sottolinea Alexein. Secondo i dati di Gay Help Line, nell’ultimo anno il coming out in famiglia ha scatenato una risposta violenta da parte dei parenti nel 32,3% del casi monitorati. Si parla spesso di violenza familiare sui minori. Per questo Agedo punta da 30 anni sull’accoglienza dei genitori e di chi circonda la persona che esce allo scoperto. La parola chiave è l’ascolto, in un contesto protetto, dove non si giudica ed è garantita la riservatezza. 

 

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Alessandro e Oscar

Anche Alessandro Casati, già padre di un ragazzo gay, si è rivolto ad Agedo quando a fare coming out è stato un altro dei suoi figli. “Ci ha radunato subito dopo Natale attorno al divano: ha chiesto una riunione ufficiale della famiglia e ha fatto un coming out che era diverso. Ci ha detto di sentirsi profondamente e fortemente uomo. Non me l’aspettavo. Genitorialmente ho avuto molta paura del futuro, dal punto di vista anche della salute, perché questo coming out richiedeva anche interventi chirurgici. Mi spaventava la reazione del mondo intorno a questo ragazzo”, confessa Alessandro. “E poi ancora è stato un lutto: quella persona con quel nome che tu hai dato, perché io avevo scelto un nome per lei, non c’è più. Non sapevo veramente dove sbattere la testa, sentivo l’esigenza di essere ascoltato”. Nel 2022 il rapporto tra genitori di ragazzi transgender e omosessuali che si sono rivolti ad Agedo Milano era 1:1, mentre l'’età media dei figli era di circa 20 anni. Nel 2023 il rapporto LGB e T è stato di 1:3, con un incremento del 40% degli accessi complessivi. Anche l’età media si abbasa ai 18 anni e sotto ai 18 per il gruppo delle persone transgender. Non è corretto, però, parlare di aumento del numero di ragazze e ragazzi transgender, ma dei tempi che cambiano e della progressiva caduta dei tabù.

 

Una storia a lieto fine

“La mia è una famiglia aperta, multireligiosa e progressista. Quando mio figlio Ettore ci ha detto di essere gay, lo abbiamo accolto senza alcun tipo di preoccupazione o riserva, è venuto tutto naturale, ma per Oscar è stato diverso. Abbiamo avuto bisogno di più tempo per metabolizzare quel cambiamento”. Oggi Alessandro è fiero del percorso di rinascita che suo figlio Oscar sta affrontando, passo dopo passo. Sogna di poter aiutare a sua volta altri genitori: “Guardo le foto della mia famiglia con stupore e meraviglia, trovo che sia incredibile ma incredibile nell’accezione più positiva”., conclude.

 

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