Amanda Knox: "Mai calunniato Lumumba e non ho ucciso la mia amica Meredith"

Cronaca

In un colloquio esclusivo registrato in Umbria, a pochi chilometri da dove avvenne il delitto Kercher, l’ex studentessa statunitense oggi attivista trentaseienne ha scelto di rivolgersi in italiano alle nostre telecamere. A cura di Simone Baglivo

ascolta articolo

IL CASO MEREDITH KERCHER: TAPPE E PROTAGONISTI

Per la prima volta dal nuovo verdetto di colpevolezza emesso dal tribunale di Firenze, Amanda Knox ha accettato di parlare davanti a una telecamera, in un’intervista esclusiva Sky TG24, realizzata da Simone Baglivo, per spiegare la sua versione dei fatti riguardo un caso ancora aperto dopo 17 anni.
 

In un colloquio esclusivo registrato in Umbria, a pochi chilometri da dove avvenne il delitto Kercher, l’ex studentessa statunitense oggi attivista trentaseienne ha scelto di rivolgersi in italiano alle telecamere di SkyTG24. “Amo questo paese e spero che un giorno potremo veramente capirci. Ci sto provando”, ha dichiarato spiegando la sua scelta. “Questo verdetto non è giusto e non è corretto. Aspetto le motivazioni della corte, ma certamente faremo ricorso alla Corte di Cassazione”, ha affermato Amanda Knox. “Non ho dormito, sono davvero delusa, mi sento triste ma sono determinata. Non ho niente da nascondere e non smetterò mai di dire la verità. Non ho calunniato Patrick, non ho ucciso la mia amica (Meredith). Tornerò qui tutte le volte che devo per lottare contro questa ingiustizia”, ha raccontato con la voce spezzata dalle lacrime.
 

Ricordando poi l’interrogatorio per cui l’Italia è stata condannata dalla CEDU per violazione dei suoi diritti umani (sentenza che ha reso possibile l’ultimo processo), Amanda Knox ricorda di essere stata psicologicamente torturata, abusata e maltrattata dalla polizia quella notte. "È stata la più brutta esperienza della mia vita. Mi hanno fatto credere che fossi pazza". Ripercorrendo il suo travagliato percorso giudiziario, Amanda Knox spiega di essere “ingiustamente accusata da 17 anni, cioè tutta la mia vita da adulta. Ho passato 4 anni in carcere da innocente. Dall’inizio volevo solo fare la cosa giusta e dire la verità. A volte penso che non ci sia nulla da fare ma ci proverò per sempre”.
 

Riguardo a chi non crede alla sua innocenza, Amanda Knox replica affermando che “se le persone prendessero davvero del tempo per vedere gli atti, allora crederanno alla mia innocenza e non a una fantasia che non esiste”. E ribadisce: “Non sono Foxy Noxy, sono Amanda Knox. Ero una ragazza di 20 anni e sono diventata la ragazza accusata di omicidio più odiata in tutto il mondo e ho dovuto passare tutta la mia vita a lottare e difendermi. Volevo solo la mia vita. Sono sopravvissuta. Quando cresco i miei bambini spero che vedano la mia forza. Sono fortunata ad avere una famiglia e degli amici che mi sostengono in una lotta che forse continuerà tutta la mia vita”, aggiunge Amanda Knox.
 

Knox dice di essere consapevole che in Italia ci siano state 30.000 vittime di malagiustizia negli ultimi 30 anni: “Il mio messaggio a chi viene ingiustamente incarcerato è: non siete soli. Ci sono giorni molto difficili, ma c’è chi vuole aiutarvi”.

Cronaca: i più letti