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Donna trovata morta nel Bolognese, per i pm “non fu suicidio ma femminicidio”

Cronaca
©IPA/Fotogramma

Questa la conclusione a cui è arrivata la Procura di Bologna rispetto alla morte di una 58enne ritrovata senza vita il 5 settembre del 2021 nella sua casa di Castello d’Argile, in provincia di Bologna. Secondo quanto emerso, a compiere il delitto sarebbe stato il marito che aveva una relazione con un'altra donna

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Voleva vivere una relazione con un’altra donna e per questo un uomo di 53 anni avrebbe ucciso la moglie, inscenando un suicidio. Questa la conclusione a cui è arrivata la Procura di Bologna rispetto alla morte di una 58enne ritrovata senza vita il 5 settembre del 2021 nella sua casa di Castello d’Argile, in provincia di Bologna.

L’avviso di fine indagine per omicidio aggravato da futili motivi

Si sarebbe quindi trattato di un femminicidio, con il marito 53enne che avrebbe ucciso la moglie perché la considerava un ostacolo per la sua relazione sentimentale con l’amante. La Procura bolognese, al termine di una serie di accertamenti, ha infatti notificato un avviso di fine indagine per omicidio aggravato dai futili motivi e dalla relazione sentimentale all’uomo, accusato dal pm Augusto Borghini e dai carabinieri del nucleo investigativo di aver assassinato la coniuge. Ne dà conferma il Corriere della Sera.

Gli sviluppi dell’indagine

Secondo gli inquirenti a costruire l'accusa ci sono una serie di presunte omissioni e di dichiarazioni rilasciate dall'indagato nel momento in cui era stato interrogato, considerate non veritiere. Il 53enne, difeso dall'avvocato Ermanno Corso, si è sempre dichiarato innocente: era stato proprio lui a chiamare il 118, spiegando di aver trovato la moglie senza vita nel letto della loro casa e sostenendo di essere tornato a casa a notte fonda senza accorgersi, nel buio, che la moglie era al suo fianco già morta, con una corda al collo fissata alla spalliera del letto. L’uomo ha sempre riferito di essersene accorto solamente al suo risveglio, quando l’ha sciolta e ha provato a rianimarla. Inizialmente la scena apparsa ai soccorritori sembrava quella di un suicidio, anche considerati i problemi di depressione di cui la donna soffriva e di un precedente tentativo di suicidio riferito sempre dal marito. In base alla ricostruzione degli inquirenti, invece, la donna sarebbe stata imbottita di farmaci e presumibilmente strangolata. Il corpo, tra l’altro, sarebbe stato spostato dopo la morte. Gli accertamenti seguiti alla morte della morte hanno, infatti, ritenuto insolita la posizione del cadavere, presente al centro del letto, così da rendere inverosimile che il marito le avesse dormito a fianco. Il 53enne, tra l’altro, aveva riferito che la sera precedente alla morte della moglie era stato ad una sagra quando invece aveva trascorso del tempo insieme alla donna con cui aveva una relazione extraconiugale, in un'altra località. Le indagini avrebbero accertato come l’uomo frequentasse l'altra donna da diverso tempo, all'insaputa della moglie. Ora l'avviso di fine indagine prelude alla richiesta di rinvio a giudizio e l'indagato potrà chiedere di essere interrogato.

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